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Ryan Giggs, dall’esordio all’addio: una vita da Red Devil

Una bandiera. Una leggenda. E via così. E senza ombra di retorica. Perchè questo è di fatto ciò che rappresenta Ryan Giggs per il Manchester United. Il gallese, oggi 43enne, ne ha passati ventinove al servizio dei Red Devils, Prima da giocatore, poi da allenatore. Dall’esordio a diciassette anni proprio 26 anni fa, il 2 marzo ’91 (Rooney aveva cinque anni…) entrando al posto di Denis Irwin in un Manchester-Everton terminato 0-2. Una partita che verrà ricordata più che per il risultato per il debutto di quel ragazzo gallese, prodotto del vivaio dello United e membro della “class of ’92”, di cui fanno parte anche David Beckham, Nicky Butt, Paul Scholes e Phil e Gary Neville. Una carriera dedicata ad una sola maglia, terminata, almeno in campo, il 19 maggio 2014, con l’annuncio del ritiro dal calcio giocato attraverso una lettera. Dietro a quella maglia numero undici, c’era scritto Giggs, è vero. Ma fino ai sedici anni lui era Ryan Wilson, cognome del padre. E non era gallese, bensì inglese. A causa dei cattivi rapporti con il padre, appena raggiunse la maggiore età prese il cognome della madre (Giggs) ed anche la sua nazionalità (gallese). Da quel giorno, per tutti, diventò Ryan Giggs.

E’ entrato nella storia Ryan. Ma non solo in quella dello United, dove è stato eletto dai tifosi miglior giocatore del club scavalcando gente come George Best e Bobby Chartlon. Anche in quella della Premier League. E’ lui infatti ad aver vinto più volte il campionato inglese, 13. Ed è suo anche il record di presenze in più edizioni consecutive del campionato inglese, 22, così come quello di gol, 21. Il 21 maggio 2008, Ryan diventa il giocatore ad aver vestito più volte la magia dei Red Devils (saranno 963 le presenze a fine carriera), superando un mito come Bobby Chartlon.

Ma non è tutto. Quella stessa sera, entrando al posto di Scholes a dieci minuti dal termine, Giggs contribuisce alla vittoria della terza Champions League del Manchester. Come? Come gli riesce più facile. Con un gol. Quello decisivo. Infatti è suo l’ultimo rigore contro il Chelsea. Diventando così l’unico giocatore britannico, insieme a McManaman e Hargreaves, ad aver giocato e vinto più volte una finale di Champions League.

Campo, tanto campo in maglia United. Ma anche panchina. Ecco, lì, una carriera durata poco, forse troppo poco per quello che è stato Giggs per Red Devils. Il 22 aprile del 2014 viene nominato allenatore-giocatore del Manchester United e, al termine della stagione, diventa vice di Louis van Gaal per due stagioni. Il due luglio scorso l’addio definitivo, con un’altra lettera. Questa volta coniugata al passato, come ogni vero addio. Ma ancora una volta piena d’amore perchè dopotutto “ho amato ogni minuto al Manchester United”.