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​Under Milan: l’altro volto, (home)made in Italy, di una squadra totalmente rinata

Credere nel concetto di rinascita: più che possibile. Dirlo pubblicamente, soprattutto a Gattuso, equivarrebbe ad una risposta fredda e contenuta ricevuta: pensare gara dopo gara, guardando al presente e mai al futuro, come motto di chi ha saputo rigenerare una squadra completamente diversa rispetto al girone d’andata, dal viso differentemente bello e con ampi tratti somatici giovanili. Faccia, per usare un’espressione particolare, da Under Milan.

Copertina a Cutrone e Calabria, metaforicamente naso (con il fiuto del gol) e bocca (sorriso) del volto rossonero: firme nel successo ottenuto a Roma, per il dodicesimo risultato utile consecutivo inanellato, e abbattitori del muro-Olimpico eretto dal lontano 2011, almeno nelle sfide giocate contro l’attuale squadra di Di Francesco. Storie diverse, partite in momenti diversi, ma ugualmente capaci di far scontrare due carriere parallele in un incrocio vincente: quello della crescita, enorme, soprattutto nel caso del terzino classe ’96. Perché se del miglior cannoniere della storia del settore giovanile rossonero si è già abbondantemente parlato, in un’annata che lo ha visto timbrare puntualmente cartellino e tabellino dei marcatori dalla prima partita d’allenamento stagionale fino al centro numero 14 di stasera, la svolta trovata da Calabria porta fino all’apice del primo gol segnato in Serie A: risultato quasi impensabile, volgendo lo sguardo fino al via della stagione, per chi il Milan avrebbe potuto lasciarlo in prestito, vista la sovrabbondanza sugli esterni. Ritrovandosi invece titolare, tra infortuni e pieno merito, in un undici ulteriormente diretto verso il pieno collaudo, “giocando da 40enne” (per bocca di Gattuso) e raggiungendo quota 3 assist in stagione.

L’esordio in Serie A a Bergamo, quattro stagioni fa con Inzaghi, e i primi lampi di qualità, con due cross determinanti per il successo sul Palermo nell’era Mihajlovic: prime, vecchie fondamenta di un processo di evoluzione ormai sempre più in corso. Tra le sole 13 presenze nello scorso campionato (già a quota 20 quest’anno), infortuni e qualche ingenuità, come l’espulsione ad Udine, il termine “difficoltà” sembra essere stato superato con forza, seguendo quell’ondata di travolgente fiducia portata dal cambio in panchina. Il tutto in attesa di Conti, sempre più vicino al rientro, e affiancandosi a chi ha contribuito pesantemente alla collezione del quinto clean sheet consecutivo tra porta e difesa: un (home)made in Italy di chi l’ambiente Under azzurro l’ha da poco salutato, spiccando il volo tra il mondo dei grandi in netto anticipo rispetto alla propria carta d’identità.

19 anni uno, compiuti oggi, 23 l’altro, da occhi attenti e vigili su cui Mihajlovic ha fortemente scommesso: Donnarumma, uomo da 109 gare giocate in 3 stagioni senza subire gol in 40 occasioni, e Romagnoli, mai così solido come in questo momento. Il tandem con Bonucci dall’intesa sempre più forte, nella cura per la metà campo difensiva da sempre marchio di fabbrica di Gattuso, e un cambio di mentalità totale, fino alla 100° presenza in rossonero: la cura nei dettagli migliorata, per essere “uno dei difensori più forti in circolazione”, senza porsi alcun limite. Sognando Nesta, che lo ha già eletto come suo possibile, futuro erede, mattatore insieme ad Ibrahimovic di quell’ultima vittoria all’Olimpico prima d’oggi: un attaccante e un difensore in gol, esattamente come stasera, in tempi, protagonisti ed obiettivi certamente diversi rispetto all’attualità. Istante in cui il Milan può però guardare avanti, con un ottimismo completamente ritrovato, e guardarsi allo specchio, piacendosi: scoprendo man mano un altro volto, giovane e home (parzialmente) made in Italy, di una squadra totalmente rinata.