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Un gol che vale quanto un’impresa? Son, le lacrime e l’esercito

Tra le lacrime di sabato e quelle di oggi pomeriggio passano 90 minuti di storia del calcio e di emozioni Mondiali. Son Heung Min ne ha versate tante, per il dispiacere della sconfitta contro il Messico e poi per aver battuto ed eliminato la Germania.

E chissà se quella rete al 96′ basterà per ottenere l’esenzione dal servizio di leva obbligatorio. Perché probabilmente le lacrime di Son erano anche per quella chiamata dell’esercito che poteva essere evitata solo con un’impresa.

Per lui in Russia c’è sempre stato in palio qualcosa di più di una qualificazione agli ottavi.

Corea del Sud out e la possibilità che Son sia chiamato per assolvere all’obbligo di leva è più concreta di quando è iniziata la competizione in Russia.

Ventuno mesi di servizio militare obbligatorio e niente più Tottenham. Ad accoglierlo ci sarebbe la squadra dell’esercito, lo Sangjue Sangmu, ed uno stipendio da 100 euro al mese anziché i 360mila da giocatore degli Spurs.

La sua vita, oltre il calcio; una posta ben più alta dei tre punti in campo.

E il pensiero ritorna a quelle lacrime in 180 minuti di altalena emotiva, senza conoscere niente di più sul proprio futuro.

L’ombra delle leggi di Seul su Son Heung Min, il ragazzo che ha iniziato a giocare a calcio a scuola e che a 16 anni è arrivato in Europa, fino a diventare il calciatore asiatico più costoso di sempre con il suo trasferimento da 25 milioni dal Bayer Leverkusen al Tottenham.

Il gol di oggi alla Germania basterà per evitare ancora il servizio militare? Domande e discorsi ancora da proporre con il condizionale, ma Son avrebbe eventualmente un’altra occasione per avvalersi dei meriti sportivi: gli Asian Games di agosto.

Quello che per ora resta è una vittoria che comunque riscrive la storia del calcio Mondiale e (forse) anche le storie di Son, quella personale e quella professionale, ancora legate a doppio filo.