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Un (altro) giorno d’emozione: il ‘sommo custode’ Serse torna al Curi

L’emozione di tanti ricordi, dell’ormai antica età augustea biancorossa. Tutto scorre, è vero. Ma niente va dimenticato, specie se significativo e passionale. Quell’allenatore lì, di Ponte San Giovanni (frazione del comune di Perugia) che si agitava continuamente davanti alla propria panchina: urlava, incitava, incoraggiava e disegnava il suo classico 3-5-2. Come tutti sì, ma lui in modo particolare, sincero e sanguigno. Perugino dentro e fuori Serse Cosmi, che oggi torna al Curi. E chissà in quella mezz’ora prima del fischio d’inizio quanti ricordi affioreranno nella sua mente.

Magari la semifinale di Coppa Italia, oppure la Coppa Intertoto del 2003. O forse il ricordo più bello, un messaggio unico, un inno al ‘crederci sempre e comunque’: i sedicesimi di finale di Coppa Uefa 2003/2004. L’affetto della gente per le vie di Perugia, che lo chiamava direttamente per nome… ‘Grande Serse! Dai Serse”. Lo amava, come il migliore dei concittadini. E questo era il suo mundus: stare tra la gente, abbracci e qualche timido sorriso. Ma sincero, spontaneo. Non sa fingere, Serse. Nome aureo, in ricordo di Serse Coppi, fratello di Fausto. Anche se spesso il riferimento è al re persiano, mattatore delle Termopoli.

Comandante duro ed esigente, il ‘nostro’ Serse, ma dal cuore buono. Con il suo inseparabile cappellino e la sua perenne inquietudine da campo. Da Materazzi a Grosso, oppure Vryzas, Dellas e Baiocco. Liverani o Kalac. Miccoli, Bazzani o Di Loreto. Servirebbero pagine intere per enumerare tutti i giocatori che ha lanciato o rilanciato. Sotto gli occhi di migliaia di compaesani che riempivano il Curi, trasudavano gioia e ammirazione per quel Serse lì, che oggi applaudiranno per minuti interi. E i più nostalgici senz’altro si porteranno anche una bella scatola di fazzoletti. Perché Cosmi rappresenta tantissimo per Perugia. A cominciare dall’accento inconfondibile e inimitabile: perugino vero.

Emozioni, ricordi e necessità dannata di vincere. In pochi mesi è cambiato tutto: dal colpaccio del Trapani nella passata stagione che lanciò le milizie di Serse verso i play-off e chiuse definitivamente le speranze del Perugia, ad oggi. Situazione opposta. Trapani ultimo e Perugia su in cima. Bucchi sta facendo molto bene, sono molto legato a lui, c’è la sua firma sulla mia prima vittoria in Serie A, le parole di Cosmi in conferenza. Parole che in fondo racchiudono sano affetto per quella ‘figlia’ che nonostante la maledetta retrocessione in B, non ha davvero mai abbandonato. “Il Curi è un campo per pochi”, forse è davvero così. Ma oggi torna il sommo custode, quello con il cappellino magico…