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Udinese, Marino: “Su Pafundi progetto condiviso con Gravina da 1 anno e mezzo”

Le parole di Pierpaolo Marino, direttore dell’area tecnica dell’Udinese, su Pafundi: le sue dichiarazioni

Con la vittoria sul Milan, l’Udinese ha concluso il mese di marzo all’ottavo posto in classifica con 38 punti, in piena lotta per la prossima Conference League. Il direttore dell’area tecnica dei bianconeri, Pierpaolo Marino, ha parlato ai microfoni di Tv 12 del baby talento bianconero Simone Pafundi: di seguito, le sue parole. 

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Udinese, l’intervista di Pierpaolo Marino

Per iniziare, Marino ha parlato della recente vittoria contro il Milan: “Ci voleva, soprattutto perché in casa era da tanto che mancava. Si parlava di crisi ma siamo la quarta squadra in campionato con meno sconfitte a quota 4 dietro Juventus, Lazio e Napoli. Sono contento per la squadra e per Sottil, siamo un gruppo che lavora molto”.

Sulle contestazioni e il cambio di marcia dopo la sfuriata di Sottil: È arrivata nel modo giusto e nel momento giusto. Però ci sono tante combinazioni che incidono sui risultati, come il morale della squadra e la fortuna. Sottil, poi, ha capito che gli avversari ci avevano studiati e ha apportato degli accorgimenti tattici”.

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Sulle parole di Mancini su PafundiCondivido molto le parole del CT. Parlai con Gravina 1 anno e mezzo fa al telefono per fare un progetto su Pafundi. Le parole di Mancini sono parallele a quello che stiamo facendo noi a Udine. Lo facciamo allenare con noi senza mandarlo in Primavera, perché non gli serve. Noi come Udinese applaudiamo le parole del Commissario Tecnico, in piena linea con il nostro progetto su di lui e voluto anche dalla Federcalcio. Gravina mi diceva che quando lo vede gli sembrava di vedere Messi a 14 anni“.

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Su Success, fresco di rinnovo, Marino ha commentato: Ci stavamo lavorando da 6-7 mesi, siamo felici voglia rimanere in questo progetto. È un giocatore che ha caratteristiche uniche. Inoltre, è grande amico di Beto”.

Sul mercato in uscita, infine, Marino chiarisce: “La nostra idea è di far raggiungere il valore vero a un giocatore. Anche se ci possono dare svariati milioni per Samardzic poi ti penti quando lo vendi. È successa una situazione simile con De Paul, noi li vogliamo vendere quando sono al massimo della valorizzazione e sono loro a chiederci di andare via. A volte è il mercato che decide chi vendere. Quando arriva un Tottenham per Udogie che ti offre quelle cifre, siamo stati costretti a venderlo perché anche lui voleva andare. Ora stiamo cercando di rinnovare Becao, vorremmo tenerlo ma a volte è una condizione utile al giocatore per andare via. Per ora la trattativa non decolla“.