Ucraina, non solo Mudryk: i punti di forza della nazionale di Rebrov
I segreti della nazionale ucraina di Rebrov, che sfiderà l’Italia a Leverkusen
Per assicurarsi la qualificazione all’Europeo (LEGGI QUI LE COMBINAZIONI) lunedì sera l’Italia sfiderà una squadra che da più di un anno e mezzo lotta per qualcosa di più grande. Dal 24 febbraio 2022, ad ogni sosta per le nazionali l’Ucraina ha un compito che assomiglia a una missione: dare qualche ora di svago e distrazione a un popolo in guerra.
Non solo Mudryk: Italia, ecco l’Ucraina
Alcuni di loro hanno scelto di prendere una posizione chiara fin dall’inizio. Tra i più “rumorosi” il capitano Oleksandr Zinchenko, che in più occasioni ha dichiarato il proprio sostegno alla causa: “Odio chi sta facendo tutto questo al mio popolo e chi cerca di convincere gli altri che le notizie sono solo propaganda. Non prendere posizione, come i calciatori russi, vuol dire sostenere ciò che sta accadendo“, aveva detto mesi fa. C’è anche chi è stato coinvolto in prima persona dal conflitto e dalle sue conseguenze: per esempio il classe 2002 Heorhij Viktorovyč Sudakov, che fu costretto a rimanere in un bunker insieme alla fidanzata incinta.
Proprio Sudakov è stato il miglior giocatore dell’Under 21 ucraina che ha fatto benissimo negli ultimi Europei, arrivando fino in semifinale. La conferma di un movimento in crescita, grazie al lavoro dei grandi club, su tutti lo Shakhtar, che non è più una colonia brasiliana ma è capace di far emergere talenti locali. Dopo essere caduto in rovina è anche rinato il Dnipro, con la nuova denominazione Dnipro-1, tornando anche a giocare le coppe dopo l’esperienza del 2015 con la finale di Europa League persa contro il Siviglia. Le difficoltà più grosse ce le hanno le squadre dei territori come la Crimea o il Luhansk; ovviamente si gioca solo dove la guerra lo consente, e in Champions lo Shakhtar ha traslocato prima a Varsavia e poi ad Amburgo. La nazionale invece ha ormai scelto la Polonia: l’ultimo match si è disputato a Breslavia (Wroclaw).
Ad allenare la nazionale è Serhij Rebrov, leggenda del calcio ucraino e della Dinamo Kiev. Due quarti della difesa titolare giocano in Premier League (Mykolenko all’Everton, Zabarnyi al Bournemouth); più Zinchenko (Arsenal), che però con Rebrov viene schierato da regista insieme a Stepanenko. C’è Tsygankov, in calo dopo essere stato una delle più grandi promesse del calcio ucraino, lo stesso Sudakov e soprattutto Mudryk, pagato cento milioni dal Chelsea a gennaio. Finora ha deluso, ma in nazionale è leader tecnico. Davanti Yaremchuk, che da poco ha firmato col Valencia.
Per la nazionale ucraina ogni occasione è buona per portare davanti agli occhi del mondo il dramma del loro Paese: le bandiere gialle e azzurre addosso come mantelli, l’inno, le lacrime del pubblico, come a Wembley qualche mese fa. Ha giocato amichevoli in tutta Europa, una contro il Brentford, una persino con l’Empoli. Si è fatta trovare pronta per il sogno Euro2024. Il calcio serve come antidoto all’assuefazione della platea globale. Ma non manca anche tutto il resto: talento, tattica, abitudine ad alti livelli. Per l’Italia non sarà facile, anche se basterà soltanto un pareggio.