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UCL | Roma, Pallotta: “Possiamo giocarcela con tutti. Salah? Non è il più pericoloso. Mercato? Risolti i problemi col Financial Fairplay cambieranno le cose”

C’è tanta attesa per questa semifinale di Champions League tra Liverpool e Roma. I giallorossi dopo la rimonta storica hanno tanta voglia di regalarsi ancora un sogno. Per primo il presidente James Pallotta che alla vigilia della gara di Anfield ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport 24 della partita che attende la sua squadra e non solo. Il presidente è tornato anche a parlare del particolare derby che, questa semifinale mette in scena, tra lui e la proprietà del Liverpool:

Sono un vero Bostonian, sono cresciuto a pochi passi da Boston. John Henry e Tom Werner non sono veri Bostonian, sono trapiantati qui, ma ci conosciamo da tempo grazie allo sport. Dai Celtic o Red Sox e, prima di questo, io e John lavoravamo nello stesso hedge fund. Sono sicuro che alla fine chi vincerà questo derby avrà diritto e voglia di vantarsene un po‘. Ci scriviamo, soprattutto dalla qualificazione, per congratularci del passaggio del turno. Sono sicuro che ci vedremo a Roma per il ritorno”.

Possiamo passare? Io credo che la squadra sia in grado di fare un salto di qualità quando serve. Loro hanno un attacco forte, come lo avevano il Barcellona o il Chelsea, ma noi siamo una buona squadra e lo abbiamo dimostrato contro il Barcellona, anche all’andata, nonostante siano stati commessi diversi errori e il risultato non lo ha rispecchiato. Salah? Conosciamo le sue qualità e quelle degli altri giocatori: hanno un attacco forte, come il Barcellona o il Chelsea, ma noi siamo davvero una buona squadra e lo abbiamo dimostrato. Non penso sia l’uomo più pericoloso, sono tutti molto pericolosi. Se non avesse una squadra che lo supporta non potrebbe segnare tutti questi gol. Sta facendo una stagione incredibile, ma tutta la squadra, oltre a lui, è pericolosa.

Klopp è un grande allenatore. L’anno scorso non aveva fatto benissimo, ma credo che a tutti gli allenatori serva del tempo per dare la propria impronta alla squadra. Quest’anno però sta raccogliendo i frutti di quello che ha seminato lo scorso anno. Salah ne è l’esempio: lo ha messo nella giusta posizione rispetto a come giocava da noi. A Roma non l’abbiamo utilizzato nella stessa maniera perché avevamo Dzeko nel mezzo. Lo scorso anno Edin con noi fece 36 gol, dunque, era difficile pensare di toglierlo dalla sua posizione di centravanti. Klopp ha fatto un grande lavoro con Salah, mettendolo nella posizione giusta. Ha dimostrato di essere un grande allenatore. Se andrò alla partita? Intanto vado a Londra…poi vediamo. Devo valutare in base alla mia superstizione se andare o meno…”

Roma e l’Italia? Mi hanno dato tanto. Mi dispiace che mio padre non possa vedere tutto questo, che non sia qui con noi. È morto 7 anni fa e lui era veramente legato all’Italia. Ogni anno tornava nel suo paese, per più di 30 anni. Mia madre ama l’Italia e le mie sorelle ci vengono spesso. Come festeggerò se dovessimo passare il turno? Di certo non farò un altro tuffo nella fontana. Pagare per restaurarla è stata una cosa giusta, ma ci sono tanti modi per celebrare una vittoria. Penso di aver già dato con le antichità, troverò un altro modo per festeggiare. Non pianifico i miei festeggiamenti, decido sul momento”.

Non ho alcun interesse a vendere Alisson, so che in diversi, anche il Liverpool, hanno detto di volerlo. Sono sicuro che qualche squadra si presenterà con un sacco di soldi per averlo, ma in quel momento la decisione spetterà all’allenatore e Monchi, ma non vogliamo venderlo: è una colonna portante di quello che vogliamo costruire, vogliamo ragazzi come lui. Se pensiamo alle cessioni di Pjanic o Salah, non avevamo scelta. Non c’è stata una decisione del tipo: vogliamo vendere Pjanic, non è stato così. Abbiamo venduto molto nelle passate stagioni e non è quello che voglio fare ora. Abbiamo qualche difficoltà con il Financial Fairplay, dobbiamo tenerne conto, ma una volta risolto cambieranno tante dinamiche“.

Una battuta anche sulla questione stadio che sembra non avere mai fine: “Ogni mese di ritardo ci costa un milione di dollari. Sono 65 o 70 milioni di euro che potevamo spendere in altro modo, magari comprando un giocatore. Stanno prendendo le loro decisioni, ma devono decidere in fretta. Nessuno può pensare che aspetteremo per sempre”.