Troianiello, in D per ripartire: “Voglio aiutare il Nola a salvarsi”
L’ex Verona torna alle origini: nuova avventura tra i dilettanti. Con esperienza e carattere lotta per tirar fuori la squadra dalla zona play-out.
Parola d’ordine: spensieratezza. E si va. Porte spalancate su un mondo unico, quello tutto calcio e spontaneità di Gennaro Troianiello: “Da buon napoletano ho imparato che la vita va affrontata con la giusta ironia”. Schietto e verace. Eroe moderno self-made. Anche esuberante. Semplicemente Troianiello. “Negli ultimi anni sono un po’ cambiato – racconta in esclusiva ai microfoni di Gianlucadimarzio.com– ma resterò sempre l’eterno Peter Pan che avete imparato a conoscere”. Gag divertenti, video esilaranti e show: universo Troianiello. A tutto tondo.
A ottobre, da svincolato, nuova sfida accettata. La Serie D e il Nola: squadra dell’omonimo comune a nord-est di Napoli. “Dopo una stagione in C scendere di categoria non è stato semplice. Ma il presidente De Lucia ha voluto offrirmi 4 milioni d’ingaggio (ride, ndr)”. Gag fantastica, messa in scena durante il video della firma pubblicato sul profilo Instagram del giocatore. In pieno stile Troianiello.
La verità, però, è che l’attaccante al Nola non percepisce alcun ingaggio faraonico. Per Troianiello conta solo giocare e divertirsi. Umiltà, carattere ed esperienza al servizio della squadra. Così si è conquistare il ruolo di leader dello spogliatoio: “Ridere e scherzare ci sta, ma quando si è sul terreno di gioco serve lavorare duramente.Il girone H è abbastanza complicato, stiamo provando a uscire dalla zona play-out. Con l’avvento di mister De Sarno ho iniziato anche a confezionare numerosi assist per i compagni (6 in 10 presenze). Il gol? Un po’ mi manca”. Ma nessuna speciale esultanza programmata: “Deciderò al momento, vedremo cosa mi passa per la testa”.
Troianiello, semplicità al 100%. Così com’è. Sembra sia nato per fare l’attore. E invece la strada da percorrere ce l’ha sempre avuta ben chiara: “Il calcio era la mia unica speranza. La scuola purtroppo non mi piaceva e passavo il tempo giocando col Super Santos per le viuzze dei Quartieri Spagnoli. Questo sport mi ha salvato”. Favola a lieto fine da raccontare ai figlioletti Sofia e Ciro. “Serve tanta passione, caparbietà e voglia di fare. Poi tocca aspettare. Il tempo è sempre galantuomo”. Insegnamenti di papà Troianiello. Che, anche grazie all’appoggio della famiglia, al destino ha saputo sorridere. E, oggi, soddisfatto può raccontarlo: “In Serie D ho iniziato la mia carriera. Era il 1998 e giocavo con la maglia del Lauria. Avevo 16 anni e sognavo di diventare un calciatore”. Poi le giovanili con la maglia del Verona. Da racchettapalle al Bentegodi, osservando Prandelli e studiando Morfeo, alla promozione in A da protagonista: “Era tutto scritto. Sono arrivato a Verona da piccolo, poi ci sono tornato giusto in tempo per la grande promozione del 2016/2017”.
Talismano Troianiello, in carriera ben cinque promozioni conquistate (Siena, Sassuolo, Palermo, Bologna e Verona) in Serie A: “Quando competi ad alti livelli vincere non è mai semplice. Bisogna allenarsi dieci volte meglio degli altri. Ma il lavoro, prima o poi, paga”. Lezione di vita, firmato professor Troianiello. “Con questa faccia?”. Certo, e con il fisico da… CR7. Anzi, pure più bello. Lo sanno tutti e lo cantano ovunque: “Quant’è bello Gennaro Troianiello”. Un coro che riecheggia, da Foggia a Sassuolo, negli stadi di tutte le squadre in cui l’attaccante ha giocato. E adesso anche a Nola: “Quel fantastico motivetto è nato il mio primo anno con la maglia del Frosinone. Era il 2007 e in panchina c’era Cavasin. Da lì è partito il mito”.
Come si fa a non amare Troianiello? I tifosi lo ricordano con affetto. Vero re di soprannomi. A Nuoro era Speedy Gonzales,a Foggia broom, broom Troianiello e a Palermo Hulk per le numerose maglie strappate: “In Sardegna ero giovane e correvo fortissimo. In Puglia, invece, sgasavo sulla fascia e si sentiva tutto il broom, broom della mia Vespa. Anche in rosanero ci divertivamo tanto nello spogliatoio”.
Personaggio sui generis, protagonista social. Troianiello è seguitissimo da tifosi ed ex compagni di squadra. “Dybala più di tutti. Mi lascia spesso alcuni like su Instagram. E’ un ragazzo d’oro con un talento fuori dal comune. A Palermo rimasi impressionato dalla sua classe smisurata. Sapevo che sarebbe diventato un campione”. Occhio esperto, di chi vive di calcio da sempre. “Ho avuto l’onore di giocare con tanti calciatori bravi. Fra gli altri Eder, Calaiò, Immobile, Pavoletti, Berardi, Belotti, Pazzini. Con alcuni ci scriviamo ancora su WhatsApp. Sono tutti ragazzi in gamba che hanno conosciuto il vero Gennaro, non il Troianiello che vedono tutti”. Persona, prima che personaggio. Genuino e senza filtri. Come un fanciullo spensierato, che palla al piede sul binario destro crea scompiglio. Oggi, come allora. Obiettivi raggiunti.
Un sogno, però, resta: “Nonostante le tante promozioni conquistate, in Serie A non ho mai esordito. Se qualcuno mi chiamasse? Beh, ci andrei anche a piedi”. Adesso, però, testa solo al presente: “Sono concentrato sul Nola e voglio aiutare la squadra a salvarsi”. Sogno e realtà. Ambizione e concretezza. Mix perfetto. Con la solita parola d’ordine: spensieratezza. Vera chiave di volta dell’universo Troianiello.
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Di Oscar Maresca