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AIA, Trentalange: “Stupito dall’istruttoria, ma non intendo dimettermi”

Il presidente dell’AIA Alfredo Trentalange ha diramato un nota ufficiale dopo le accuse da parte della Procura Federale della FIGC

Il capo della Procura della Federcalcio, Giuseppe Chinè, ha notificato l’atto di chiusura indagini sulla vicenda del procuratore Aia Rosario D’Onofrio, arrestato lo scorso 10 novembre per traffico internazionale di stupefacenti.

 

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La Procurale Federale ha mosso pesanti accuse al presidente dell’AIA Alfredo Trentalange, reo di avere “la diretta responsabilità delle nomine dei vertici degli organi di giustizia Aia” e avere un “rapporto personale consolidato di vecchia data con D’Onofrio” e, infine, di aver “contattato telefonicamente il vicepresidente della Commissione Disciplinare Nazionale Andrea Santoni, il quale, riscontrando negligenza ed inadeguatezza professionale in capo al D’Onofrio quale componente della predetta Commissione, aveva invitato quest’ultimo per iscritto a tenere comportamenti più consoni alle funzioni svolte, chiedendogli di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio, e così facendo interferiva con l’attività, le prerogative, l’autonomia e l’indipendenza di un Organo di giustizia sportiva”.

La difesa di Trentalange

Il presidente dell’AIA, Alfredo Trentalange ha diramato una nota ufficiale: “Ho preso atto con stupore e amarezza del contenuto della comunicazione inerente la chiusura dell’istruttoria della Procura Federale relativamente al caso D’Onofrio anche se è bene precisare che non si tratta di un deferimento a mio carico. In tal senso ho chiesto di essere sentito con estrema sollecitudine dal Procuratore, Dott. Giuseppe Chinè, non solo a mia tutela ma soprattutto nell’interesse di tutta l’Associazione Italiana Arbitri. Tengo a chiarire che non ho nessuna intenzione di dimettermi“.