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Trapani, Calori: “Sarò sempre ricordato per la rete in Perugia-Juve, ma è solo una parte della mia vita”

Trapani, miracolo sportivo a metà dell’opera. Dal 3 dicembre, giorno in cui la squadra è stata affidata ad Alessandro Calori, sono arrivati sei pareggi, quattro vittorie e quattro sconfitte per un totale di 18 punti. La salvezza diretta non è più una “missione impossibile”:

“Mancano 11 giornate e per farcela senza playout, penso ci servano 5 vittorie e 3 pareggi” – dichiara Calori nel corso di un’intervista concessa al Corriere dello Sport – “Possiamo permetterci 3 sconfitte. Non mi piace però che i ragazzi facciano calcoli. Soltanto così centreremo un obiettivo che somiglierebbe a un miracolo. Siamo la squadra che nel girone di ritorno ha segnato di più: 18 gol in 10 partite, come la Spal. Giochiamo un calcio propositivo, a costo di rischiare. Se ti difendi e basta, sei già battuto. Percentuali di salvezza? Non voglio illudere. Dobbiamo completare il lavoro ma bisogna restare freddi. Sono contento che al Provinciale la gente sia tornata a entusiasmarsi. Quando sono arrivato, dominava lo sconforto”.

Rapporto con il presidente Morace: “È uomo di mare, è il Comandante, ha fatto fortuna con navi e traghetti: abbiamo legato subito. Vive in Spagna, si informa al telefono. Lui ha creato il Trapani, l’ha portato in Serie B e l’anno scorso alle soglie della A. Mi trasmette determinazione. Gennaio? Nessuno voleva venire a Trapani e il nostro d.s. Fabrizio Salvatori è stato bravo, è riuscito a prendere la gran parte dei giovani che gli avevo chiesto. Jallow? Lamin è veloce, sta prendendo coscienza della sua forza, è destinato a crescere. Con il Benevento non ci sarà, è stato convocato dal Gambia. E non avremo neppure il regista Colombatto, al Mondiale Under 20 con l’Argentina. Ma abbiamo i mezzi per cavarcela”.

Calori segnala altri ragazzi dal futuro assicurato: “Casasola, proprietà Roma: è un centrale, qui l’ho “inventato” terzino. Manconi, che avevo fatto esordire a Novara. Ma devo ringraziare anche i “senatori”: Pagliarulo, Fazio, Barillà, Nizzetto, Ciaramitaro. E la ciliegina, il talento di Coronado”. Per Calori rimane il sogno di allenare in serie A: “Gavetta infinita. È dura ma mi consolo pensando a Sarri, arrivato in A a 56 anni. Non avere un procuratore ho pensato fosse un problema: oggi non ci bado. Punto a completare il percorso, arrivare in A”. Forse è colpa del gol di Perugia che costò lo scudetto alla Juventus?Tante volte me lo sono chiesto. Sembra che con quel gol abbia fatto crollare chissà quale castello, ma quel giorno mi comportai semplicemente da professionista. La rete alla Juve non rappresenta tutta la mia vita, anche se so che sarò ricordato a lungo per questo”.