Tra il rischio retrocessione in 4° serie e la finale contro il PSG: la storia del Les Herbiers e il ‘derby’ di Flochon: “Sarà la partita della vita”
Quando la squadra di una città da 16mila anime si qualifica per la finale della coppa nazionale, significa che saranno solo 1000 le persone che resteranno a casa. E’ quello che accadrà il prossimo 8 maggio, quando il Les Herbiers – squadra di terza serie – affronterà il Psg a Parigi. Nell’arco di 3 ore, infatti, sono andati a ruba i 15 mila biglietti per la finale e quindi saranno solo mille quelli a rimanere fuori.
Per informazioni su questa incredibile storia rivolgersi ai ragazzi del Les Herbiers che battendo il Chambly in semifinale, hanno staccato il pass per l’ultimo step della coppa nazionale: la finale contro il Psg. Il capitano della squadra, per altro, è di origini italiane e dopo appena qualche minuto dalla fine della gara con il Chambly ha ricevuto messaggi di complimenti perfino dalla Sardegna. “Mio nonno era di Orani in provincia di Nuoro ed è venuto in Francia tanti anni fa per lavorare”, racconta Sebastien Flochon in un italiano praticamente perfetto. “In realtà devo fare ancora un po’ di allenamento con la pronuncia, ma con mio nonno mi sono allenato tanto”, ammette sorridendo.
Per Sebastien il calcio è un derby continuo: Italia-Francia. “Seguo sempre il calcio italiano ed i miei idoli sono tutti italiani. Pirlo al primo posto, ma poi anche De Rossi che gioca nel mio stesso ruolo ed è un grande capitano”. Ecco perché la finale del Mondiale del 2006 lo ha visto con il cuore a metà. “In realtà ho cercato di essere il più imparziale possibile, anche se ammetto di essere molto attratto dai giocatori italiani ed infatti mi piacerebbe molto poter giocare un giorno in Italia”.
Il tempo certamente non gli manca, perché Sebastien è un centrocampista centrale di 25 anni cresciuto con i consigli di Juninho Pernambucano. “Sono nato a Lione ed ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile della squadra della mia città. Mio padre è sempre stato un tifoso del Lione ed è con lui che ho iniziato a seguire le mie prime partite quando avevo appena 6 anni”.
Al Les Herbiers è arrivato nel gennaio del 2017 e fin da subito ha indossato la fascia di capitano. Nel viaggio verso la finale di martedì 8 contro il Psg allo Stade de France, ha segnato un gol contro l’Auxerre negli ottavi, mentre ai quarti contro il Lens ha calciato e segnato l’ultimo rigore decisivo. “Quando abbiamo cominciato la Coppa nessuno poteva immaginare di arrivare in finale, ma partita dopo partita abbiamo iniziato a crederci. Questo è lo spirito della coppa di Francia: 90’ in cui tutto può succedere”.
Dal 17 aprile, quando hanno staccato il biglietto per la finale, in città non si fa altro che pensare alla partita contro la squadra di Cavani e compagni. La squadra arriverà a Parigi in pullman. “Saranno 4 ore di emozione e tensione”, ma prima nello spogliatoio c’è da centro un altro obiettivo. “Domani ci giochiamo il match salvezza contro il Laval. Se non dovessimo vincere rischieremmo la retrocessione in quarta serie”. Insomma, dal Paradiso all’Inferno nell’arco di 90’. Ed è anche per questo che Sebastien pensa alla finale di coppa, ma senza distrarsi sul campionato. “Ovviamente vogliamo fare tutti la partita della vita contro il Psg, ma sappiamo che la salvezza in campionato per noi è fondamentale”.
Per lui non sarà la prima volta allo Stade de France. “Ci sono stato anche in occasione della finale dell’Europeo tra Francia e Portogallo”. Merito di un amico molto speciale. “Con Umtiti siamo amici di infanzia. Siamo cresciuti insieme sia nelle giovanili del Lione che nel Menival”. Recentemente lo è anche andato a trovare per la finale di coppa del Re. “Magari mi porta fortuna, visto che lui con il Barcellona ha vinto il titolo”. Tra i 60 biglietti che Sebastien ha dovuto farsi mettere da parte per amici e parenti in vista della finale di Parigi, non c’è anche uno per Umtiti. “Sarebbe venuto con piacere, ma dopo due giorni ha una gara con il Barça e quindi non poterà esserci”.
Per un ragazzo italiano che ha la doppia cittadinanza, però, la sfida al Psg sarà anche l’occasione per confrontarsi con due “connazionali” come Verratti e Thiago Motta. “Mi dispiace che Verratti si sia fatto male, perché ci saremmo sfidati praticamente nelle stesse zone di campo, ma so che me la vedrò con Thiago Motta: anche lui metà italiano e metà straniero. Anche se su tutti sono curioso di vedere dal vivo Mbappé che dalla tv mi sembra davvero un fenomeno”. Uno dei nomi più attesi di questa storia che sembra da film, ma invece è pura realtà.