Townsend: “Ai miei tempi l’Italia aveva Baggio e Del Piero, ora zero star. Barella? Nel Liverpool farebbe panchina”

L’intervista a Andy Townsend, ex centrocampista dell’Irlanda che sfidò l’Italia ai mondiali 1990 e 1994
Classe 1963, figlio d’arte, ex centrocampista irlandese. Innumerevoli presenze in Premier League con le maglie tra le altre di Chelsea, Middlesbrough, Aston Villa e Norwich.
Andy Townsend, leggendario centrocampista dell’Irlanda che sfidò l’Italia ai mondiali del 1990 e 1994, è intervenuto ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. L’ex mezzala dei Blues si è espresso su diversi temi, tra cui anche il momento complicato che sta attraversando il nostro calcio.
In particolare, un commento sulla Serie A: “In questa stagione ho seguito un paio di partite della Juventus e il loro problema è che non segnano manco per sbaglio. Quando li ho visti al Villa Park ho notato un ottimo possesso palla, una bravura difensiva e ottima fisicità“.
“Ma la squadra di Thiago Motta fa troppa fatica a segnare – ha continuato Townsend-. E lo stesso discorso vale per il Bologna: squadra laboriosa e ben organizzata ma dove sono finiti tutti i grandi attaccanti italiani?”
“Barella? Non sono convinto che sarebbe titolare al Liverpool”
“Ai miei tempi l’Italia aveva Del Piero, Baggio, Gianluca Vialli, Casiraghi… dove sono finite le superstar italiane?“, ha commentato l’ex centrocampista irlandese, che poi ha aggiunto. “Barella e Tonali per me non sono world-class! Barella a me piace, è molto forte e talentuoso ma non sono così convinto che farebbe il titolare in molte big inglesi. Non è un numero 6 vero e proprio, gli piace essere libero in campo“.
E ancora, sul numero 23 dell’Inter: “Secondo me non è abbastanza ‘hard-running’ per fare il titolare nel Liverpool. Nutro dubbi sul fatto che possa giocare anche nel City e Arsenal. Il problema delle squadre italiane è che non avete attaccanti… basta pensare a Federico Chiesa. Ma in generale, trovo davvero strano che in tutto il mondo non ci siano più quei grandi attaccanti”.
Townsend: “Mi cercò l’Hellas Verona”
Due volte vincitore della coppa di Lega inglese, capitano dell’Aston Villa dal 1995 al 1997, Townsend è anche stato vicino alla Serie A: “Ai tempi del Chelsea, nel 1990/1991 subito dopo il Mondiale, mi cercò l’Hellas Verona. Il mio agente mi raccontò che parlò con un rappresentante del club ma visto che avevo appena firmato con i blues non se ne fece più nulla. Peccato perché la Serie A allora era la Premier League di oggi“.

Anche la Premier League, però, sta attirando sempre meno top player, con Mbappé, Vinicius e altri che scelgono la Liga: “È vero, in questo momento i migliori giocatori non giocano in Inghilterra. Fino a qualche anno fa però sì. I più forti ora se ne stanno in Spagna mentre ai miei tempi tutti i più grandi erano in Italia“.
E ancora. “Io adoravo il Milan, era incredibile. Giocai contro Gullit, Rijkaard, Van Basten e Baresi con l’Irlanda a Italia ’90… Con l’Olanda finì 1-1, passammo il turno prima che Schillaci ci eliminasse ai quarti! Nell’Italia c’erano Baresi, un Maldini giovanissimo, Giannini, Riccardo Ferri, Donadoni, Gianluca Vialli… quell’Italia era fantastica“. Poi anche una battuta: “Scusami Gianluca Pagliuca, amico mio. Ma per il pallonetto di Ray Houghton stavi troppo fuori dai pali“.
Townsend: “Questo sport sta impazzendo”
Andy Townsend con l’Aston Villa ha vinto due League Cups rispettivamente nel 1994 e 1996, portando anche la fascia al braccio. L’irlandese è tornato anche alla sfida tra i Villains e la Juventus in Champions. “Il gol annullato a Morgan Rogers per presunto fallo di Diego Carlos su Di Gregorio? Non era mai fallo, era da convalidare! Questo sport sta impazzendo“.
“Ormai ogni settimana in Premier League vengono dati rigori dopo che i giocatori vanno a terra con il minimo contatto – ha concluso infine Andy Townsend -. E poi nei replay analizzano il fermo immagine! Un rigore può solo essere dato se il contatto è netto e butti l’avversario a terra. Spalla contro spalla non può essere fischiato… lo stesso discorso vale per il rigore concesso di Saliba a Brighton“.
A cura di Alessandro Schiavone