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#Totti40, parla Francesco: “Volevo staccare il telefono, ma oggi è troppo importante. Sono stato vicinissimo al Real, ma Madrid non è Roma”

40 anni da fenomeno, 40 anni da bandiera, 40 anni da re. Re di Roma, mica una cosa da niente. L’ottavo in ordine cronologico, per la precisione: chiuderanno un occhio gli storici in onore dell’affetto e dell’amore dei tifosi giallorossi verso il proprio capitano. Francesco Totti oggi compie 40 anni, ma la fame e la voglia di stupire sono rimaste le stesse di 20 anni fa, c’è da scommetterci. Una valanga di auguri recapitata a Roma da tutto il mondo del pallone e non solo, in attesa dei festeggiamenti di stasera con tanto di prima storica diretta su Facebook. Nel frattempo, proprio Francesco Totti ha parlato così ai microfoni di Sky Sport: “Ringrazio tutti di cuore, non me lo sarei mai aspettato un tributo così importante. Fa piacere perché sono tutti miei colleghi e icone mondiali di altri sport: sentire questi auguri mi gratifica tanto”.

Ricevere addirittura gli auguri di un certo Messi, tra gli altri, non è certo un evento da tutti i giorni: “Messi mi ha chiesto di giocare almeno altri due anni? Non so se riuscirò ad accontentarlo- ha continuato Totti -, l’ho conosciuto di persona ed è un fenomeno anche fuori dal campo. Ogni tanto ci messaggiamo e sono contento. Mi fa piacere avere questi estimatori, vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatto. Del Piero? Il 4-0 se lo ricorda bene (ride, ndr), siamo sempre stati amici e non c’è stata mai concorrenza tra noi: abbiamo sempre cercato di raggiungere gli obiettivi insieme e quello calcistico più importante l’abbiamo raggiunto. Sono contento di averlo conosciuto come persona e penso che sia stato uno dei giocatori più forti al mondo“.

Eh sì, 40 anni sono un bel traguardo, soprattutto se festeggiati sul campo: “Come ho fatto ad arrivare a 40? Ho sempre cercato di essere un professionista serio, non ho vizi, cerco di dare il massimo durante gli allenamenti. Qualche infortunio mi ha frenato negli anni, ma la passione, il sorriso e la voglia di divertirmi mi ha portato fin qui. Con voglia e determinazione si riesce a ottenere quello che ognuno desidera. E poi la passione ti aiuta a raggiungere gli obiettivi, ti spinge a fare sempre il massimo e quando poi si raggiungono i risultati sei felice”. Una carriera leggendaria, ma non priva di momenti duri: “Momenti difficili ne ho percorsi, soprattutto quando vieni fuori da infortuni, oppure prima di rinnovare l’ultimo contratto. Avevo anche pensato di cambiare squadra ma poi fortunatamente il cuore, gli amici e la famiglia mi hanno aiutato a fare la scelta giusta e lo sto dimostrando sul campo“.

Poi la confessione, Totti ha svelato di essere stato vicinissimo al Real Madrid: “So che Roma è troppo bella come città e soprattutto so quanto mi vuole bene la gente. Ma sono stato molto vicino al Real l’anno dopo lo scudetto, era quella la strada dove volevo proseguire la mia carriera se fossi andato via perché in Italia non sarei andato da nessuna parte. In quel periodo erano cambiate delle cose, avevo bisticciato col presidente ma poi la famiglia e gli amici più stretti mi hanno fatto capire che a Madrid non avrei trovato ciò che avevo a Roma. Ho avuto discussioni ma è sempre finito tutto lì, non ho mai cacciato un allenatore e non ho mai fatto venire chi volevo io: ho sempre remato nella stessa direzione della società rimanendo coerente con me stesso e restando sempre a testa alta”.

Sugli amici incontrati a Roma, poi: “Candela è stato l’amico a cui sono stato più legato nel calcio, gli avversari invece li ho sempre rispettati subito. A 40 anni si pensa globalmente e non solo al calcio: io ho famiglia e figli e penso di gestire tutto al 50 e 50. Quando vengo qua lascio tutto fuori mentre quando sono a casa lascio il calcio da un’altra parte. Il giorno più bello? L’esordio in Serie A perché da lì è partito tutto“.

Infine sulla festa organizzata in onore del suo compleanno e sui passatempi oltre al calcio: “Hanno organizzato tutto mia moglie e mia cognata, io non so niente di ‘sta festa (ride, ndr). Gioco tanto a paddle perché si corre meno e il campo è piccolo, oggi pomeriggio seguirò tutto. Non gioco fino a 50 anni ‘nun ve preoccupate‘!. Valentino Rossi vuole continuare come me? Giusto, perché se testa e fisico glielo permettono fa bene ad andare avanti, lui è un’altra leggenda dello sport”.