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Come giocherà il nuovo Tottenham di Conte? Dal cambio di modulo agli interpreti

Analizziamo come potrebbe giocare il nuovo allenatore degli Spurs, dopo essere subentrato a Nuno Espirito Santo

In seguito all’esonero di Espirito Santo, che si è formalizzato proprio nelle ultime ore, il Tottenham è vicinissimo ad Antonio Conte. Già la scorsa estate c’erano stati contatti tra le parti, senza però trovare l’accordo. Ora, l’ex Inter è ad un passo dalla panchina degli Spurs.

 

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L’allenatore salentino è chiamato ad invertire presto la rotta. Già giovedì si tornerà in campo contro il Vitesse in Conference League. Domenica, invece, c’è la trasferta a Goodison Park contro l’Everton.

Il Tottenham aveva iniziato alla grande la stagione di Premier League: tre vittorie nelle prime tre uscite, tra cui spicca quella contro il Manchester City di Pep Guardiola. Poi soltanto due vittorie in sette partite e sconfitte pesanti contro dirette concorrenti per un piazzamento in Europa (Chelsea, Arsenal, West Ham e Manchester United). Proprio la sconfitta contro i Red Devils costa cara a Nuno Espirito Santo.

Conte per invertire la rotta

Non sarà una prova semplice per Antonio Conte: l’allenatore salentino è chiamato ad invertire la rotta, ridare un’anima al Tottenham e puntare ad una rapida risalita in classifica, per evitare che le prime della classe scappino via. Prima di tutto, però, l’ex Juventus e Inter cambierà la squadra per rimanere fedele al suo credo calcistico. Anche in questa seconda esperienza inglese, l’italiano dovrebbe ripartire dalla difesa a tre, marchio di fabbrica nella sua carriera da allenatore.

 

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Un modulo costruito attorno ai tre difensori centrali e due laterali di spinta sarà sicuramente la prima proposta che porterà l’italiano alla squadra. La rosa a disposizione gli permetterà di rimanere fedele al suo diktat.

Dopo aver già vinto in Premier League, Antonio Conte torna in Inghilterra con la consapevolezza di poter ripetere, tramite lavoro e abnegazione, quanto di buono fatto ai tempi del Chelsea. Tanto, però, passerà dalla testa e dai piedi delle stelle, apparse in ombra sotto la gestione Espirito Santo.

Gli uomini del nuovo Tottenham di Conte

E per quanto riguarda gli interpreti? Antonio Conte dovrebbe affidarsi ai senatori dello spogliatoio. Si ripartirà da Hugo Lloris. Il capitano e portiere del Tottenham è uno dei calciatori con più esperienza nella rosa degli Spurs. 

L’allenatore italiano, poi, dovrà spronare i leader tecnici della squadra, esaltandoli tramite il gioco collettivo, più o meno come fatto con Lautaro Martinez e soprattutto Romelu Lukaku negli ultimi due anni all’Inter. Ecco perché tanto dipenderà da Heung-min Son e Harry Kane. Sono già quattro le reti del coreano in campionato, mentre l’inglese ha realizzato soltanto una rete contro il Newcastle United (tre, invece, quelle realizzate in Conference League). Ritrovare la verve realizzativa dell’inglese è uno dei compiti per Antonio Conte. 

 

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Una difesa bunker è un altro dei punti di forza delle squadre dell’ex allenatore dell’Inter, un’altra aspirazione di questa nuova campagna inglese. Si dovrebbe ripartire dai tre dietro: Cristian Romero, acquistato la scorsa estate, dovrebbe essere il leader difensivo, spalleggiato da Davinson Sánchez e Eric Dier. Il pacchetto arretrato dovrebbe essere completato dai due esterni, Sergio Reguilón a sinistra ed Emerson Royal a destra. 

Dovrebbero completare la squadra Pierre-Emile Höjbjerg, Tanguy Ndombélé e, forse, Giovani Lo Celso. Il lavoro che chiede Antonio Conte ai suoi centrocampisti, in particolar modo alle mezze ali, è estenuante: intensità, dinamicità, inserimenti e reti. La risalita passerà, e tanto, dalla mediana.

Da valutare, invece, alcuni calciatori che potrebbero soffrire la nuova impronta tattica che porterà l’allenatore salentino. Dele Alli, che viene da difficili anni di luci e ombre, potrebbe re-inventersi mezzala. Lucas Moura e Steven Bergwijn potrebbero essere le varianti che potrebbero portare imprevedibilità a gara in corso.

Per ripartire, il Tottenham si affida al carisma e la leadership da condottiero di Conte: nuova (e ardua) prova per l’allenatore italiano.