Torreira: “Oddo mi ha cambiato la vita”. La storia del centrocampista della Sampdoria, da Fray Bentos al sogno Mondiale
Dentro la storia del campione.
Lucas Torreira non è solo uno dei calciatori più forti del nostro campionato, ma anche un ragazzo che nonostante la sua età ha già vissuto molte avventure, dalla sua Fray Bentos fino al sogno Mondiale.
Lo ha raccontato in un’intervista di 90 domande e 90 minuti a TRE3UNO3, la prima rivista italiana di calcio sudamericano.
E tra le altre cose ha ricordato anche come Massimo Oddo, decidendo di cambiargli posizione, gli abbia cambiato anche la vita. Qui in esclusiva per Gianlucadimarzio.com un estratto dell’intervista. Per le altre imperdibili risposte di Torreira richiedete TRE3UNO3 direttamente al vostro edicolante.
In principio giocavi da attaccante o da seconda punta: facevi tanti gol o cercavi più l’assist?
Finché ho giocato da attaccante, ho sempre fatto tanti gol. Poi negli Wanderers mi sono spostato sulla fascia, destra o sinistra non faceva differenza, per adattarmi al 4-4-2 dell’allenatore Marcelo Piriz. Ho cominciato a segnare di meno. Ero comunque il rigorista della squadra e quindi i gol in qualche modo arrivavano.
Tutto sembrava portare a un esordio nella Primera División in Uruguay, ma poi arrivò il Pescara. Eppure, in teoria, tu non saresti dovuto partire, giusto?
Proprio così, nonostante avessi disputato una grande stagione con gli Wanderers, che mi era valsa la convocazione con la Celeste Sub-17 in vista del Mondiale, il mio nome non era sulla lista del Pescara.
Con l’arrivo di Oddo cominciò un nuovo capitolo della tua carriera.
A una settimana dall’inizio del campionato mi chiamò per parlarmi in privato.
Per dirti cosa?
Una cosa che ricorderò sempre: “Lucas, devo essere sincero con te. Considerate le tue caratteristiche e il tuo ruolo, secondo me, potrai arrivare al massimo in Serie C”. All’inizio non capivo dove volesse arrivare, ma poi andò dritto al punto: “Secondo me devi giocare davanti alla difesa. Sei molto aggressivo, recuperi un sacco di palloni e fai spesso la giocata giusta”. E così cominciò a provarmi in quella posizione.
Ti sei sempre sentito a tuo agio nel ruolo di regista.
All’inizio facevo un gran casino: giravo per tutto il campo senza trovare la posizione. Correvo in avanti per calciare in porta e poi tornavo indietro come un pazzo per difendere.
Ma adesso cosa pensi, riflettendo su quei momenti?
Che il presente però dimostra che aveva ragione Oddo. La sua intuizione mi ha cambiato la vita.
Anche Gastón Ramírez è di Fray Bentos, giusto?
Si fa fatica a credere, eh? Effettivamente è qualcosa di veramente pazzesco. Due giocatori della stessa città uruguagia, che conta meno di venticinquemila abitanti, nello stesso club in Italia.
È vero che hai comprato una macelleria per tuo padre?
Sì, è vero. Gliel’ho comprata per permettergli di passare più tempo con mia madre. Non ha mai avuto molti momenti liberi perché si è sempre diviso tra la professione di radiocronista sportivo e un’occupazione in un albergo. In questo modo può stare più tranquillo e anche i miei fratelli hanno l’occasione di vivere più serenamente. A Fray Bentos non è così facile trovare un lavoro.
Chi è più famoso: Lucas o papà Ricardo, che fa anche il radiocronista?
Diciamo che la famiglia Torreira, in generale, è piuttosto conosciuta. In particolar modo dalle nostre parti.
Come è stato giocare 90 minuti al Camp Nou contro Messi e Suárez?
Semplicemente fantastico, anche perché fino a un mese prima stavo giocando la finale playoff con il Pescara, e poi di colpo mi sono trovato con la maglia della Sampdoria contro i fenomeni del Barcellona.
Hai parlato col Pistolero?
No, in realtà no. Anzi, non gli ho nemmeno detto che ero uruguagio, dato che mi vergognavo. Volevo solo farmi una foto con lui da tenere come ricordo.
Più bello il gol su punizione contro il Chievo o il destro da fuori contro la Juventus?
Dico quello contro il Chievo, anche se quello alla Juve è stato sicuramente più decisivo. In ogni caso tutti i gol che ho segnato in questa stagione mi hanno dato ancora più fiducia: adesso, ogni volta che arrivo vicino alla porta, non ho paura di calciare.
Come avrebbe commentato tuo padre quei gol?
Non so se ci sarebbe riuscito, probabilmente si sarebbe messo a piangere (ride). Battute a parte, sono sicuro che avrebbe urlato molto.
Alla playstation che squadra scegli di solito?
In realtà non ci gioco molto o comunque, quando la uso, preferisco altri sport. In ogni caso quando sfido i miei compagni a Fifa scelgo il Barcellona o lo Sampdoria, perché mi piace giocare con me stesso.