Torino, Mihajlovic: “Milan? Il mio esonero non l’ha capito nessuno”
Milan-Torino, scherzetto del calendario. La prima giornata del campionato 2016-2017 potrebbe regalare a Sinisa Mihajlovic una grandissima soddisfazione, quella di battere il Milan a domicilio. Sarebbe la miglior “vendetta sportiva” per l’allenatore serbo, che ancora si chiede perché è stato esonerato lo scorso aprile:
“Prima a San Siro? Motivazione doppia per fare bella figura e andare a prendere i primi punti del nostro campionato” – dichiara il serbo nel corso di un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport – “Esonero? Non è mai stata rabbia, semmai delusione ed amarezza. Ma non porto rancore. Ho la coscienza a posto e il tempo è sempre galantuomo. Ho lasciato il Milan in Europa e in finale di coppa Italia. Come è finita la stagione lo sapete… Abbiamo avuto alti e bassi, ma il gruppo era unito e dava il massimo che poteva. Con Galliani avevo un ottimo rapporto. Il mio esonero non l’ha capito nessuno, né i tifosi, né la squadra. Mai ricevute tante telefonate stupite e attestati di solidarietà. Torino? Mi sento a casa. Ho scelto i granata perché avevo bisogno di tornare a lavorare in un club che mi somigliasse davvero, che avesse i miei valori. Questo è un club epico che ha conosciuto trionfi e tragedie, fatto di anima, cuore, orgoglio, lacrime e sangue. Come piace a me. Anche per questo non vedo l’ora di allenarmi al Filadelfia”.
Berlusconi? “Miha” si toglie qualche sassolino: “Immagino quanto gli sia costato vendere. Lui non è stato solo il presidente più vincente al mondo per 30 anni ma anche il primo tifoso del Milan. I problemi nascono quando questi due ruoli non bastano più e si vuole fare anche l’allenatore… Diciamo che non nascondeva le sue idee… Ma la formazione del Milan l’ho sempre fatta io. Mi è spiaciuto leggere certe sue dichiarazioni negative dopo da non essere credibili. Ho conosciuto l’ultimo Berlusconi, mi sarebbe piaciuto conoscere il primo. Ma lo ringrazio comunque per l’opportunità che mi ha dato e gli auguro ogni bene per il suo futuro. Donnarumma? Gigio darà il cambio a Buffon in Nazionale. Se resta umile i prossimi 20 anni saranno segnati dal suo straordinario talento”.
Il Torino è sulla buona strada? “Dobbiamo risolvere un caso grave e ci manca ancora qualche innesto per avere una rosa completa e competitiva per lottare per l’Europa League. E’ il nostro obiettivo, ma non serve sbandierarlo. Serve raggiungerlo. Maksimovic? Non so se stia sbagliando da solo o sia mal consigliato e non me ne frega niente. Pagherà le conseguenze di questi comportamenti: ci sono danni che la società valuterà. Ha la memoria corta: io l’ho lanciato in Nazionale e con lui poche settimane fa avevo parlato chiaro, da serbo a serbo. Anche grazie al mio intervento la società gli aveva garantito un aumento di contratto e favorevoli situazioni in caso di futura cessione. Gli ho detto che se mi avesse seguito il prossimo anno sarebbe stato richiesto dai maggiori club europei. Mi aveva assicurato che era felice di restare, io c’ho messo la faccia e lui sparisce così e pretende di essere ceduto? Parlo da uomo tradito. Per me vengono prima gli uomini e poi i giocatori. Ma lui ha tradito tutti: società, squadra, tifosi e tecnico”.
Come andrà a finire? Deciderà il Toro: “Ora la palla è in mano alla società perché Maksimovic ha un contratto e il suo destino non se lo decide da solo. Se dovesse restare sappia che deve riconquistare la fiducia due volte: prima come uomo e poi come giocatore. Percentuali , commissioni e mediazioni: sta diventando il calcio dei procuratori. Alcuni pretendono di spostare i giocatori dove, come e quando vogliono, a loro piacimento e per il loro guadagno. Pare che i contratti firmati non contino più nulla. Così non va bene. E le società dovrebbero fare muro per porre fine a certi andazzi”. Bruno Peres? Comportamento da lodare: “Non ha ricattato il club, si è comportato da professionista. So che potrebbe partire e so che nel caso arriveranno tutti i soldi che vale”.
I cugini della Juventus sembrando destinati a dominare il campionato: “Hanno una squadra fortissima, se mantiene la rabbia agonistica di sempre si porterà a casa il sesto scudetto. Ma essere stra-favoriti non aiuta e la necessità di arrivare in fondo in Champions può togliere energie. Al primo pareggio pioveranno critiche, e figuriamoci quando perderà i due derby…”. Intanto Milan e Inter sono passate in mani cinesi: “Fa strano, ma è il calcio moderno. Io sono felice di avere un presidente italiano, ambizioso e innamorato davvero del Torino. Per ora c’è grande sintonia su tutto: mercato, obiettivi, futuro. La società è snella, i bilanci sani. Poi come sempre però servono i risultati”.