Torino, Cairo: “Ventura aveva firmato fino al 2018. Mihajlovic? Ha il ‘tremendismo’ granata”
Ieri è arrivata l’ufficialità. Giampiero Ventura è il nuovo ct della Nazionale: la scelta migliore? Sono tanti gli estimatori dell’ormai ex allenatore del Torino e tra questi c’è il presidente dei granata, Urbano Cairo. La prova? L’imprenditore piemontese ha provato a blindare Ventura fino al 2018:
“Siamo stati insieme 5 anni e se non fosse arrivato Tavecchio avremmo proseguito fino al 2018, il contratto era già firmato” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Sono onorato di aver dato alla Nazionale il c.t. Vecchio? Cavolate, Ventura è uomo di grande energia, ha l’entusiasmo di un quarantenne. Anzi, è un ragazzo di 40 anni! L’ho visto lavorare coi collaboratori per 10-12 ore di fila per preparare una partita. È arrivato forse tardi al calcio più importante, ma proprio per questo ha ancora tanta fame. State sereni, Ventura è una grande scelta. Sa dare subito un’impronta precisa alle squadre che allena: gioco e personalità. Mi aspetto un’Italia esteticamente piacevole, di carattere, con molti giovani. Ricordo la grande serenità con la quale preparava le gare di Europa League. Me la spiegava così: ‘Presidente, in Europa sono tutti piuttosto prevedibili tatticamente, abbiamo margini per sorprenderli…’. E non a caso facemmo una grande Europa League nel 2014-15: a Bilbao entrammo nella storia, poi uscimmo agli ottavi con lo Zenit dopo 180’ importanti e l’andata, in Russia, giocata a lungo in dieci”.
Cairo descrive anche lo staff di Ventura: “Sullo è il vice storico, un fedelissimo, l’ombra di Ventura. E’ bravissimo a preparare le partite, anche a video: ragazzo importante poi a livello di rapporti coi giocatori, spesso sbroglia quei casi nei quali il mister non vuole immischiarsi. Zinetti è da sempre accanto a Ventura, è quasi una coscienza critica del mister. Infine, Innocenti, il prof, implacabile, determinato, feroce: uno che ha fatto allenare duro gente che altrove aveva una fama non certo da stakanovista”. Tutto nacque nel 2011: “Me ne parlò il nostro d.s. Petrachi, che aveva già incrociato Ventura due volte: da giocatore a Venezia e da d.s. a Pisa. Lo incontrai, mi piacque subito e in 5 minuti l’accordo era fatto. E’ un uomo molto intelligente, di grande sensibilità, simpatico e ironico. Difetti? Non posso, sono stato pure suo testimone di nozze… Permaloso? Forse sì, non so, io in realtà con lui sono sempre andato d’accordo. In 5 anni zero problemi, normali discussione, ma litigi seri no”.
Due anni fa Ventura fu vicino all’esonero: “A novembre del 2014 incappammo in 4 sconfitte di fila più altre prestazioni così così. Lui era mortificato, io lo spronai: ‘Dai mister, non mollare, stai lavorando benissimo, vedrai che ne usciamo alla grande’. A fine stagione arrivammo a 2 punti dalla zona Coppe e in Europa League fummo straordinari come raccontato prima. Io credo nei rapporti lunghi, anche come editore”. Cairo si dice arricchito dall’esperienza con l’allenatore genovese: “Mi ha ispirato a livello di gestione. Per esempio, con lui ho fatto miei un paio di principi di mercato: consegnare velocemente al tecnico il grosso della rosa senza confidare troppo nei last minute; andare a caccia di ragazzi prima di tutto seri, fondamentali per costruire uno spogliatoio solido, senza mettere in secondo piano la cifra tecnica”.
L’erede di Ventura è Mihajlovic: “Il giusto erede per continuare a crescere. Sinisa è un guerriero, ha il tremendismo granata ed è coraggioso coi giovani, fondamentale per noi”.