Servus Thomas Müller: la storia del “Raumdeuter” in maglia Bayern Monaco

Con una lettera sul proprio profilo Instagram, Thomas Müller ha comunicato l’addio al Bayern Monaco: la storia di un connubio vincente
Dodici Meisterschalen, sei DFB-Pokal, otto Supercoppe di Germania, due Champions League, due Supercoppe Europee, due Mondiali per Club e un Mondiale con la Nazionale tedesca: questo è il bottino, in termini di trofei vinti, di Thomas Müller con la maglia del Bayern Monaco.
Il giocatore tedesco, che ha mosso i primi passi su un campo da calcio nel TSV Pähl – un sobborgo di 2430 abitanti vicino al lago di Starnberg – ha appena annunciato il suo addio al Bayern dopo 25 anni di storia insieme.
Una storia fatta di successi di squadra e rivincite personali, una su tutte nel 2010, quando Diego Armando Maradona, allenatore dell’Argentina, disse del Nazionale tedesco durante una conferenza stampa: “Non sapevo fosse un calciatore”. Una seconda dichiarazione de El Pibe de Oro arrivò anche nel 2014, quando dopo il 4-0 dei tedeschi sul Portogallo espresse: “Non ha un muscolo e lo scambieresti per uno che vende vestiti per strada, ma ha spaccato la partita correndo anche 11 chilometri”.
Questo è stato Thomas Müller, forse non il giocatore più pulito tecnicamente e probabilmente neanche il più dotato fisicamente, ma uno di quelli che, grazie a lavoro e all’intelligenza calcistica, è rimasto per più di un decennio ai vertici del calcio mondiale, collezionando più di 30 trofei e classificandosi in top-5 al Pallone d’Oro 2014.
La storia di Thomas Müller al Bayern Monaco
Arrivato nella capitale della Baviera nel 2000, a 11 anni da compiere, il calciatore tedesco si è affacciato ai grandi palcoscenici della prima squadra nel 2009, e da lì è sempre stato centrale in ogni progetto tecnico, anche con il cambiare di allenatori e giocatori attorno a lui. Al termine della prima stagione è arrivato il primo titolo nazionale, mentre il 2012/13 è stato l’anno di definitiva consacrazione. Sotto la guida dell’esperto Jupp Heynckes il Bayern Monaco ha vinto il Triplete, culminato con il successo della Champions League a Wembley contro il Borussia Dortmund di Klopp. Nella massima competizione europea Müller ha chiuso con 8 gol, mentre sono stati 13 quelli realizzati in Bundesliga.
Da quell’anno la squadra bavarese ha vinto altri 10 Meisterschalen consecutivi, passando sotto le guide tecniche anche di Ancelotti e in particolare Guardiola, di cui lo stesso Müller ha detto: “Ci faceva il c**o in ogni allenamento, è stato importante continuare a vincere in quegli anni”. Nel 2019/20 è arrivata poi la seconda gioia europea con Hansi Flick: 4 gol e 2 assist solo in Champions, ma soprattutto una ritrovata centralità nel progetto tecnico della squadra bavarese come trequartista dietro Lewandowski nel 4-2-3-1 dell’attuale allenatore del Barcellona. Con ancora almeno 7 partite di fronte, il calciatore tedesco proverà ad aumentare ulteriormente il bottino dei trofei oltre a quello personale, che recita 247 gol e 273 assist con il Bayern oltre a 45 reti con la Mannschaft. Una carriera che lo ha reso noto per le abilità nell’utilizzo degli spazi offensivi, caratteristica che gli ha conferito il soprannome di “Raumdeuter”, colui che interpreta gli spazi.

Spirito bavarese e celebri dichiarazioni
Probabilmente parliamo del giocatore che negli ultimi anni ha più di tutti incarnato l’essenza “Mia san Mia” e lo spirito bavarese. Poco legato all’immagine tipica del calciatore moderno ed estremamente attento alle tematiche ambientali, Müller ha sempre avuto un modo molto particolare di comunicare, sia sui social che davanti ai microfoni. Celebri sono sicuramente i video su Instagram mentre parla con il suo cavallo, mostrato sicuramente più spesso rispetto a macchine di lusso o serate di gala. Amato a casa sua, ma spesso detestato altrove, il classe ’89 nativo di Weilheim in Oberbayern si è anche fatto riconoscere per dichiarazioni decisamente fuori dall’ordinario.
Ironia e lavoro sono state spesso le chiavi della crescita di Müller che, riguardo i suoi miglioramenti nell’utilizzo del piede sinistro disse: “Lentamente ho la sensazione che con il mio piede sinistro posso fare di più che semplicemente prendere una birra”, oppure sul suo stile di gioco: “Ogni gol conta uguale. Se prendessimo solo quelli belli ne avrei pochi sul conto”. Il campione del mondo 2014 è stato protagonista anche di un polemico botta e risposta con la Nazionale di San Marino quando, al termine di una vittoria per 8-0 dei tedeschi in una partita di qualificazione ai Mondiali del 2018 asserì: “Queste partite non c’entrano nulla con il professionismo”. Ironico e controverso, invisibilmente talentuoso e con un’intelligenza calcistica sopra la media: tutto questo è Thomas Müller, l’uomo che ora si appresta a concludere la sua lunga avventura con il Bayern Monaco.
A cura di Gianluca Monaco