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​’Telefonami tra vent’anni’… Aldo Spinelli: “Livorno, questo nostro anniversario d’amore…”

“Amai, sempre amai, fortissimamente amai”. Tre incisi, semplici, brevi, significativi. Intrisi di commozione. Di un sentimento che colora le nostre giornate, che sublima la nostra vita, che appaga noi stessi e la nostra dolce metà: l’amore. Vent’anni d’amore. Nella gioia e nel dolore, nella saluta e nella malattia. Vent’anni. Era il 1 marzo 1999, una tiepida giornata semi primaverile, qualche nuvola, il sole che all’imbrunire squarciava coi suoi raggi il mare. E sciù Aldo, da un bar di viale Italia, osservava il dolce moto delle onde. Sorrideva, pensava, si domandava, ‘avrò fatto la cosa giusta?’. Aveva appena firmato l’Atto, d’amore, era da poche ore diventato il nuovo presidente del Livorno. Un caffè, un bicchiere d’acqua, prima di ripartire verso casa, verso Genoa. Ma, da quel giorno, ne avrebbe avuta anche un’altra di casa, altrettanto bella, altrettanto gaudente: Livorno, appunto. “Lo rifarei, eccome se lo rifarei. Lo rifirmerei altre mille volte quell’atto. Per tutta la vita lo rifarei…”.


“Ero un ragazzino di 59 anni, spensierato, innamorato. Vado due anni a Livorno, giusto un paio, li riporto in Serie B poi vediamo. Beh, in fin dei conti, quei due anni sono durati un po’ di più…”. Pensieri e parole di Aldo Spinelli. Voce soffusa ma squillante, emozionata, quasi commossa. Una voce innamorata, oggi come vent’anni fa. Perché per percepir amore basta uno sguardo, una parola, una scintilla. Come quella sera su viale Italia, davanti a un caffè. In silenzio, ad ascoltar le onde del mare. Perché, spesso sì, l’emozione non ha voce.

“I livornesi mi hanno dato tanto, tantissimo. Non sempre è stato un rapporto facile, ci sono stati momenti belli, altri meno. Ma siamo sempre andati avanti, insieme, felici o tristi, sicuramente innamorati…”. Perché Livorno è così: propulsiva, sentimentale, vera. Sa amare e soprattutto sa farsi amare. “Di soddisfazioni ce ne siamo tolte tante. La promozione in Serie A dopo cinquantacinque anni, quella in Serie B dopo trentacinque. La Coppa Uefa, lo stadio pieno, le notti intere a festeggiare…”. L’incipit di un mare (metafora ben pertinente, nella Città del Mare) di ricordi. Dei ricordi di Aldo Spinelli che ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com ha aperto il tesoro della sua memoria. Perché i ricordi sono un tesoro, sì. Forse quello più prezioso che abbiamo: teniamoceli stretti!

La prima promozione in Serie A è stata indescrivibile. Mi sono emozionato, ho gioito, pianto, esultato. Poi potrei menzionare l’esodo di 11mila livornesi a Milano per Milan-Livorno. Tutti con la famosa bandana indossata da Berlusconi. E se non ci annullano un gol validissimo quella partita la vinciamo pure… Ho anche un rammarico, che con Diamanti e Tavano abbiamo tolto due scudetti alla Roma ed io sono molto legato alla famiglia Sensi. Ma chi se la scorda quella punizione di Alessandro, me la ricordo come se fosse ieri…”. Perché quando si ama il passato non esiste. Amore significa presente. Significa rivivere ogni momento qui ed ora.

“Stamani ho riflettuto molto su questi venti anni di mia presidenza. Pensavo tra me e me, con un pizzico di orgoglio, ‘certo che della vecchia guardia siamo rimasti in pochi…’. Anche il mio amico Zamparini se ne è andato. Penso di esser rimasto solo io, insieme agli eterni Agnelli. Riflettevo sul dato in sé, vent’anni. Sembran pochi, diamine invece, son tanti. Una parte della mia vita, mi immagino ancora quel ragazzino di 59 anni…”.Parole belle, sincere. Un inno alla vita, un inno all’amore (nel) calcio.Che ogni domenica ci fa dannare l’anima, ci fa venir voglia di spaccar tutto e tutti, quante volte ci ha fatto dire ‘questa è l’ultima partita che guardo…’. Ma poi, con la stessa forza, mezzo istante dopo ci ha riportato lì, appresso a lui. Senza un perché, a rimirar il mar di Livorno. A rimirar quel tramonto a Livorno…


Il calcio ci fa sentire tremendamente uniti perché non ha pre-concetti, non ha età. Non ha una dimensione fisica. Si può piangere anche a quasi settant’anni per una partita persa… Quanto sono stato male quando siamo retrocessi in Serie C. Ma male, male…che non ve lo so descrivere. Solo una cosa mi ha fatto star peggio: l’esonero di Cristiano (Lucarelli) quest’anno. Una coltellata al cuore mi avrebbe fatto meno male, mi creda. Lo ricorderò sempre con un affetto paterno. Cristiano è un uomo vero, uno di quelli che non ha mai guardato ai soldi. ‘Tenetevi il miliardo…’, sì signori, aveva rifiutato un miliardo”.

Ricordiamo, torniamo indietro, parliamo, ci emozioniamo. Presidente, ma si ricorda un anno fa di questi tempi? “Come no… quando sono andato a Tirrenia con le bilance a pesare i miei calciatori. Li vedevo troppo benestanti in campo….”. Lo scorso giugno arriva, di nuovo, la Serie B. L’emozione è sempre la stessa, una cartolina da Livorno: il mare, il sole, gli scogli, le strade di nuovo colorate a festa. Tutto torna, prima o poi.

Gli affari, le trattative infinite. I colpi sfumati, quelli messi a segno. Tutto torna, già, come Alino, il grande amore di Spinelli.


Ci aveva provato anno scorso, c’è riuscito quest’anno. Diamanti, Spinelli: Livorno… E’ casa sua, doveva tornare. Una grande soddisfazione. Di affari ne ricordo tanti, quasi tutti. Chiellini l’avevamo dato per metà alla Roma, era praticamente fatta, poi si inserì la Juventus e andò a Torino. Lucarelli ai russi, Paulinho in Qatar per 7 milioni. Ce ne sono tante…”. Come sono tanti i soldi che, per amore, ha tirato fuori Spinelli. Ma non ne parla. Oggi non importano, davvero. Il sentimento non conosce mercificazione. L’amore è amore.

Salutiamo il presidente Spinelli. Ci emozioniamo un po’ anche noi. Sulle note di Lucio Dalla, tra vent’anni, cara bella Livorno, ripensa al grande amore del sciù Aldo…