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Tardelli: “L’Italia si basa sulla forza della difesa, ma questo non significa fare catenaccio”

Buffon, Bonucci, Candreva, De Rossi… chi è il vero top player dell’Italia? Per molti la risposta è semplicissima: Antonio Conte. Il ct della Nazionale ha creato un meccanismo perfetto, colmando alcuni gap tecnici con le caratteristiche che hanno sempre contraddistinto le sue squadre: intensità, concentrazione e cattiveria agonistica. Dello stesso avviso Marco Tardelli, doppio ex di Italia-Irlanda:

“Conte è uno che tiene a quello che fa. Che lavora moralmente, con onestà” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Che guarda all’uomo almeno quanto al calciatore, anzi probabilmente prima all’uomo. Un perfezionista: i dettagli che fanno la differenza. Futuro al Chelsea? Non mi sembra che Conte abbia mai accettato, né cercato, alibi. Purché i ragazzi lo seguano, solo quello poteva diventare un alibi: ma direi che questo problema non si pone. Vincere l’Europeo? E perché no? L’Europeo è troppo diverso da un Mondiale: la storia dice che le sorprese sono ammesse, e l’Italia stavolta un po’ lo sarebbe, mentre ad un Mondiale alla fine vincono quasi sempre solo le favorite. E poi finora io non ho visto squadroni. A parte la Spagna, l’unica che ha mostrato qualcosa di solido, un po’ tutte hanno avuto le loro difficoltà. Gli spagnoli sono i favoriti assieme alla Francia, anche perché gioca in casa. Un po’ conta: solo un po’, ma conta”.

Era prevedibile prima di Euro 2016 un’Italia così convincente? “Non avevo pensato a dove potesse arrivare, ma pensavo che potesse giocare come sta facendo. Che poi è quello che poteva fare per andare avanti. Non avevo pensato a quel Belgio spauracchio di cui parlavano in tanti: giocatori di qualità, ma senza una qualità eccelsa di gioco. L’Italia Ovvero basandosi non solo, ma molto, sulla forza della sua difesa. E come dice Conte, questo non significa fare catenaccio e contropiede: significa contare molto su una grande certezza che si sente di possedere. Non è mica un peccato: l’allenatore bravo è quello che sa valutare ciò che ha e poi riconoscere il meglio che ha. E poi sa organizzare la squadra: se non diventano limiti, sono le fondamenta per arrivare lontano. Se solo due o tre giocatori non fanno esattamente quello che chiede Conte, ne risente il rendimento di tutti: e poi questa squadra non ha il Totti o il Del Piero che ogni volta può risolvere da solo una partita. Il secondo rischio è di perdere uno dei difensori del blocco Juve, che non è un rischio da poco”.

Qualificazione già in tasca: meglio lasciar riposare i “big” contro l’Irlanda? “Io non credo che Conte farà turnover totale: uno fra Bonucci e Chiellini secondo me ci sarà di sicuro. Anche perché c’è il pericolo contrario: se non si gioca praticamente per dieci giorni si rischia il calo di tensione, la perdita di quell’adrenalina che hai dentro quando in tornei così devi giocare a distanza tanto ravvicinata.Sotto questo punto di vista Conte è una garanzia, però l’adrenalina è una cosa che hai dentro o non ce l’hai”. Miglior avversaria possibile per gli ottavi? “Direi la Repubblica Ceca. E fra Spagna e Croazia, meglio la Croazia: giocare contro la Spagna è difficile, trovano sempre un modo di metterti in difficoltà. E poi la difesa della Croazia si prende sempre dei rischi, e senza Modric o con Modric non al meglio loro perdono abbastanza”.

L’Irlanda è una vecchia conoscenza di Tardelli. L’ex centrocampista della Juventus è stato vice della Nazionale di Trapattoni per cinque anni: “Li conosco bene, li abbiamo allenati praticamente tutti… Vi dico che ci sperano: loro sono abituati a giocare al 100% tutte le partite, tutte, dunque non pensano che per qualcuno ci possa essere un modo diverso per affrontarne una. E poi sanno che le presunte riserve dovranno dimostrare a Conte qualcosa anche loro. Hanno grandi qualità caratteriali e fisiche, grande voglia di imparare, poca attenzione alla tattica: vorrebbero giocare sempre, pure in allenamento. E dunque dovevamo inventarci sempre qualcosa per fare anche tattica, ma giocando”.