Swansea, Guidolin: “Mi sarebbe piaciuto lavorare nel Watford, ma alla fine l’attesa è stata premiata”
Ranieri ma non solo. Gli allenatori del “bel paese” tengono alto l’onore del calcio italiano e a loro si è recentemente aggiunto Francesco Guidolin. La sua avventura nello Swansea sta per cominciare e l’ex Udinese si leva qualche sassolino: “Queste ore sono un susseguirsi di riunioni ma fino a dicembre mi ero allenato tantissimo – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – un periodo di riposo non guastava, ma il richiamo dello sport è sempre forte. Non mi sono mai sentito abbandonato dal calcio italiano e ringrazio tutti quelli che in questo periodo mi hanno cercato. Ho però preferito aspettare perché volevo vivere un’altra esperienza all’estero. Alla fine l’attesa è stata premiata. Sapevo che non era facile perché a livello internazionale non sono famoso, ma è stato bravo il mio agente Frank Trimboli a cogliere quest’occasione e portarmi a Swansea. Watford? Sinceramente non so perché non ci siano stati contatti. Credo di aver compiuto un lavoro straordinario a Udine. Avevo fatto capire che mi sarebbe piaciuto lavorare nel Watford, anche in Championship, ma sono stati scelti altri manager. Visti i risultati, prima la promozione e ora il buon rendimento in Premier, sono state decisioni giuste. E’ andata così e ho accettato la situazione con serenità”.
Guidolin ha saputo impiegare al meglio il tempo libero: “Mi sono dedicato alle cose che per trent’anni avevo trascurato. Mi sono rilassato e ne avevo bisogno perché ho sempre vissuto la professione in modo totale, soprattutto con la testa. Ho trascorso molto tempo con mia moglie e abbiamo viaggiato nei posti che preferisco: la mia Castelfranco, la Costa Azzurra, Londra, la campagna veneta. Ho praticato sport: ciclismo, corsa, palestra. Ho visto tanto calcio. Stress? E’ la mia forza e la mia debolezza. Lo stress ti dà e ti toglie. Quando stai sul pezzo 24 ore su 24, i risultati prima o poi arrivano ed è il segreto della mia carriera. Però, allo stesso modo, il logorio ti prosciuga”. Prime impressioni sullo Swansea: “I segnali iniziali sono incoraggianti. L’accoglienza mi ha colpito: ho trovato un ambiente estremamente cordiale. Il primo tempo con il Watford ha mostrato il nostro miglior calcio degli ultimi tempi. Sto studiando lo Swansea da un mese e sono convinto che ci siano le basi per lavorare bene”.
Nessuna rivoluzione in vista: “Non voglio entrare a gamba tesa e non intendo sconvolgere abitudini consolidate. Mi affido alla mia sensibilità e alla mie doti umane: educazione, calma, gentilezza. Piano piano introdurrò nuove regole, in campo e fuori, ma senza produrre scossoni traumatiche. Cosa ho lasciato a Udine? Quattro volte su cinque ho portato la squadra in Europa e in due occasioni siamo arrivati ai preliminari di Champions. Penso però che il mio maggior contributo sia stato dare qualcosa che mancava in quella società: il calore umano. Il primo anno regalai un enorme albero di Natale che rese più intimo il ristorante della squadra. Ho ospitato spesso a cena i calciatori, soprattutto gli scapoli, per far respirare loro aria di casa. Ho cambiato la sede del ritiro scegliendo un albergo del centro per portare la squadra in mezzo alla gente. Sono queste le cose di cui vado più orgoglioso”.