Swansea, Guidolin: “In Italia mi avevano cercato in tanti. Mercato? Ho chiesto qualche italiano al presidente”
Ranieri, Mazzarri, Di Matteo, Conte e Guidolin. Nelle panchine inglesi va di moda il “made in italy” e gli allenatori italiani sono sempre più affascinati da Premier e Championship. Storia, tradizione, grandi investimenti, difficile rinunciare al “paradiso” del pallone. Francesco Guidolin non ha fatto eccezione:
“In Italia mi hanno cercato in tanti, e li ringrazio” – dichiara Guidolin nel corso di un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport – “Ma sono convinto di aver fatto la scelta migliore. Di vita e di carriera. Leicester? Swansea ha già la sua favola. Fino a 3-4 anni fa la squadra si allenava su dei campi bruttissimi e i giocatori non avevano spogliatoi propri: si cambiavano in una palestra pubblica. Hanno conquistato la promozione in Premier così, adesso c’è un bel centro di allenamento e la scalata è stata fantastica. Nell’ultima stagione c’è stato il pericolo retrocessione, si è sentita l’esigenza di cambiare qualcosa e per questo sono stato chiamato. Ci siamo salvati, non era scontato. Riprendere la marcia sarebbe un bel risultato: l’idea è arrivare ai 40 punti salvezza che valgono tanto in tutto il mondo, poi togliersi qualche soddisfazione”.
Premier League, campionato dei sogni e delle favole: “Sì, diciamo che qui le favole sono più plausibili. In Italia l’Empoli può anche giocar bene, ma non vincerà mai il campionato. In Premier può capitare più di frequente di incontrare le squadre forti in un momento no e batterle. Ma il Leicester che vince il campionato è un evento che capita comunque di rado. Il mondo è cambiato e gli italiani sono bravi. Mi auguro che Conte e Mazzarri si facciano valere”. Calcio inglese? Altro mondo: “Avevo bisogno prima di tutto di punti, e all’inizio ci vuole pazienza. Non si può pretendere di arrivare e imporre abitudini diverse. Se i giocatori fanno l’English breakfast con uova, bacon e fagioli e un’ora dopo in allenamento corrono come schegge va bene lo stesso. Mourinho, Guardiola, Klopp… È bello trovarsi in un campionato così. Ricordo una frase di Vialli: in Italia vincere è una liberazione, in Inghilterra una gioia. Diciamo nel Regno Unito, perché ci metto anche il Galles, orgogliosamente Galles”.
Mercato: “Italiani? Ho fatto alcuni nomi al nostro presidente, ma ovviamente non posso dire chi ho chiesto. Difensori? No”. Intanto l’ambientamento in Galles procede nel migliore dei modi, anche se qualcosa da cambiare forse ci sarebbe: “Se potessi farei qualche cambiamento al clima. Rispetto a Swansea, Londra è come i Caraibi. Non si può andare in bicicletta perché c’è troppo vento, ma i sentieri per correre e camminare sono meravigliosi. Così non sento la mancanza della mia amata bici. C’è un posto fuori città che si chiama Mumbles e mi piace molto. Vorrei cambiare casa. Sono pronto a vivere dove trovi le pecore e le mucche dietro la porta. Stress? Adesso va un po’ meglio. Merito del Galles che mi ha messo subito a mio agio. Dopo quattro mesi i tifosi mi hanno dedicato un coro: sentirlo mi ha dato un’emozione fortissima”.