Ibra-dipendente? Non più. La Svezia si poggia sulla propria generazione d’oro
La nazionale svedese è pronta a diventare grande con le proprie nuove stelline
Chi segue il calcio nordico ricorderà quanto di buono fatto dalla Svezia negli ultimi anni: la semifinale di Euro92, i quarti al Mondiale in Russia e non solo. Per chi invece non è un esperto del settore, beh, basta nominare Zlatan Ibrahimovic. L’attuale dirigente del Milan è certamente il più grande giocatore della storia del calcio svedese, e per anni con la sua iconicità ha contribuito a rendere grande il proprio paese agli occhi di tutto il mondo.
Dopo il suo addio alla nazionale, però, la Svezia ha vissuto anni complicati. In molti hanno sofferto la sua assenza e nessuno sembrava in grado di poter gestire il testimone lasciato da lui: di qui le mancate qualificazioni a Mondiale ed Europei. Ora, però, The Kronor sembra essersi ritrovata grazie a una nuova generazione d’oro.
Il Cannibale e la Giraffa, ma non solo
Come detto, l’addio di Ibra ha rappresentato un duro colpo per i colori gialloblù, per ben due volte. L’ex Milan ha infatti salutato in un primo momento la nazionale nel 2016, non essendo stato dunque presente al Mondiale del 2018 – in cui sono stati raggiunti i quarti di finale -, per poi tornare a dare una mano nel 2021. L’attaccante ha provato ad aiutare il proprio paese a raggiungere la fase finale del Mondiale in Qatar, senza però riuscirci. La delusione ha portato a un vero e proprio ricambio generazionale, e adesso dopo tre anni la Svezia sembra poter rilanciarsi ad alti livelli.
Tutto passa soprattutto dai gol di Gyokeres e Isak, due bomber ritrovati. Il Cannibale è arrivato nel calcio che conta un po’ in ritardo, ma lo ha fatto travolgendo tutto e tutti. Sono infatti già 9 i gol in 22 presenze con la maglia del proprio paese per il bomber dello Sporting Clube (oltre che 10 tra gol e assist nelle prime 5 partite stagionali), che già quest’estate sarebbe potuto approdare in una big. Al suo fianco c’è poi Isak, la Giraffa. Il centravanti classe ’99 ha sofferto molto nei primi anni in nazionale, non riuscendo a gestire la pressione del ruolo di primo successore di Ibrahimovic. Ora, però, con una spalla come Gyokeres con cui dividere le responsabilità ha ritrovato gol e fiducia.
La nuova generazione d’oro
Gyokeres e Isak, però, hanno anche un’ottima squadra alle loro spalle. Già solo a sentire i nomi, si capisce quanto bene la nazionale svedese abbia lavorato con i giovani negli anni passati. In primis Kulusevski, che così come Isak ci ha messo un po’ per carburare, ma in una squadra piena di talento riesce ora a dare il proprio meglio. Poi ci sono Elanga e Bergvall, due talentini dotati di grande qualità; il secondo deve ancora prendersi la scena data la giovane età, ma i 10 milioni spesi per lui dal Tottenham sono un buon biglietto da visita. Infine la difesa si basa su Hien e Larsson. Il primo si sta mettendo in mostra con l’Atalanta, mentre il classe 2004 ha tutto per diventare uno dei migliori difensori del futuro. Già valutato circa 25 milioni, anche lui è nel mirino di tante big.
Per poter far rendere al meglio tanti giocatori talentuosi, c’è ovviamente bisogno anche di un buon direttore d’orchestra, e la federazione svedese pare averlo trovato lontano dai propri confini. L’attuale CT è Jon Dahl Tomasson, un danese, e questo fa notizia. Tra i due paesi c’è infatti una storica rivalità, e il suo incarico potrebbe essere paragonato alla presenza di un francese o un tedesco sulla panchina dell’Italia. Tomasson è però il primo a voler provare a far riemergere il movimento calcistico svedese. Con tutta questa qualità in rosa, tornare grandi è tutt’altro che impossibile.