Questo sito contribuisce all'audience di

Svezia e Svizzera nell’ottavo più inaspettato:chi vince è in paradiso.

Al Mondiale i pronostici spesso vengono disattesi e le nazionali favorite cadono fragorosamente. Lo possono confermare Italia, Spagna, Germania e Portogallo tutte big fuori dai giochi; ma soprattutto Svezia e Svizzera, che oggi si giocano il paradiso. Alle 16 a San Pietroburgo andrà in scena l’ottavo di finale più inaspettato e sorprendente di questo Mondiale. L’accesso ai quarti sancirà l’impresa storica di una delle due nazionali. Ma in entrambi gli ambienti si respira grande ottimismo, della serie “Comunque vada, sarà un successo”. Perchè è già una grande impresa essere arrivati fin qui tra mille difficoltà e lo sfavore dei pronostici, avendo affrontato due gironi sulla carta decisamente ostici. Ma già che ci siamo, perchè non sognare ancor più in grande? Questo è il leitmotiv delle ultime ore nei due ritiri. I tifosi ci credono. La nazionale svedese allenata da Jan Andersson ha chiuso il girone al primo posto, eliminando la corazzata tedesca e la Corea Del Sud. La Svizzera invece si è qualificata seconda dietro solo alla nazionale VerdeOro delle stelle Neymar e Coutinho. Con tanti saluti a Serbia e Costa Rica. I precedenti tra le due squadra pendono a favore della Svezia, mai sconfitta dalla Svizzera nelle ultime tre partite (una vittoria e due pareggi). L’ultima partita tra le due nazionali risale però al Marzo 2002. Una vita fa.

La Svezia può contare su una compattezza di squadra fuori dal comune e una difesa granitica, guidata dal neo capitano Granqvist, il quale ha ereditato una fascia che pesa come un macigno. Prima infatti apparteneva a sua maestà Zlatan Ibrahimovic. Il capitano svedese pur giocando dietro ha un gran bel vizio, mostrato a tutti in questo Mondiale: quello di segnare rigori decisivi. E di calciarli pure magistralmente. Chiedere conferma a Corea Del Sud e Messico. A sancire il momento magico che sta passando l’ex genoano ci ha pensato anche la moglie Sophie, che dovrebbe partorire il loro secondo genito proprio oggi, mentre il marito sarà impegnato a lottare con la sua nazionale per un posto in paradiso. Divertente apprendere che è la stessa Sophie a non voler il marito “tra le scatole”, come ha dichiarato recentemente: “Partorire è una cosa importante nella vita di una famiglia, Andreas però ha un dovere con tutto il paese. E’ importante per i compagni e per la Svezia, quindi deve restare lì dov’è”. E guai a contraddirla. Tanti auguri, ad entrambi.

In casa Svizzera si respira grande entusiasmo. Tutti sono consapevoli della forza di questa piccola nazionale che è una realtà consolidata in cerca conferme. Un eventuale accesso ai quarti segnerebbe la completa maturità raggiunta dalla squadra di Petkovic. Maturità conseguita anche dall’ex interista Shaqiri che nelle prime tre partite ha messo le ali all’attacco svizzero con le sue accelerazioni. Shaqiri ha anche segnato il gol decisivo al 90’ che ha permesso alla sua nazionale di battere la Serbia per 2 a 1. Gol che ha fatto esplodere i quattro cantoni, ma anche anche molte polemiche, dopo che l’ex Inter ha esultato facendo il simbolo dell’aquila albanese, essendo lui nato in Kossovo durante la sanguinosa guerra dei Balcani. Ma oggi conta solo il presente e la Svezia. Shaqiri lo sa bene.

Di Riccardo Despali