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Real Madrid-Barcellona, il Clásico d’Arabia con un trofeo in palio

Il primo successo per Bellingham o l’ennesimo per l’eterno Lewandowski? È blancos contro blaugrana

Da Riad a Riad. Un anno dopo è ancora Real Madrid-Barcellona in Supercoppa di Spagna, ma stavolta non è una semifinale. C’è il titolo in palio in uno stadio per nulla banale: il King Saud University Stadium, la casa di Cristiano Ronaldo e del suo Al-Nassr. Un Clasico d’Arabia con tanti spunti: da una parte il Real ritrovato e con qualche certezza in più, dall’altra il Barça con due generazioni a confronto. 

Ancelotti per il 27° trofeo

Uno màs. Per Ancelotti un’occasione unica per aggiungere alla propria bacheca personale un ulteriore successo: sarebbe il numero 27 in carriera. Il Real Madrid arriva a questa finale dopo una prova dominante in semifinale contro i cugini dell’Atletico, in una serata in cui i difensori hanno avuto un peso specifico in fase offensiva (segnando tre reti) e Joselu è stato determinante. 

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Un Real, per certi versi ritrovato, soprattutto nella profondità di rosa. Dopo l’emergenza dello scorso autunno con una lunga lista di infortunati, Ancelotti ha ritrovato tantissimi giocatori che piano piano stanno lasciando l’infermeria. Nella casa di CR7 i riflettori saranno ovviamente su Jude Bellingham: dopo la prestazione da “Hey Jude” a Montjuïc nel Clasico di campionato (sotto lo sguardo di Mick Jagger), adesso l’inglese può vincere il primo trofeo da giocatore blanco. 

L’eterno Lewa e il nuovo che avanza

Yamal da una parte, Lewandowski dall’altra. Loro, decisivi nella semifinale vinta contro l’Osasuna, che rappresentano la vecchia e la nuova generazione in un’annata tra alti e bassi per il Barça. Proprio con l’Osasuna, infatti, i blaugrana hanno ritrovato una vittoria con più di un gol di scarto dopo quattro mesi. Il tutto grazie ai suoi attaccanti.

 

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Lewandowski con 11 gol tra campionato e coppe, Yamal che rappresenta il miglior talento sfornato dalla Masia nel recente passato. “Questo è lo scenario ideale per un calciatore: giocare una finale di Supercoppa in un Clásico è imbattibile – ha spiegato Xavi alla vigilia, caricando l’ambiente – Dobbiamo provare a fare la stessa partita giocata l’anno scorso. Imporre la nostra personalità e dominare con il possesso palla. È una finale: non puoi mai prevedere cosa accadrà”.

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Imprevedibilità, quella che ha accompagnato la storia di Barcellona e Real Madrid. Storia e memorie si intrecciano per dare spazio a un nuovo capitolo di una saga destinata a durare per sempre.