Sunderland ‘Til I Die. I Black Cats diventano una serie Netflix
I Black Cats approdano su Netflix: ma una stagione da dimenticare ha reso il documentario a tratti surreale
Fino alla morte. Doveva essere uno spot per la stagione della riscossa, dopo la retrocessione in Championship del 2017. Invece è arrivata un’altra (e stavolta impronosticabile) retrocessione, con il Sunderland oggi in League One per la seconda volta della sua nobile storia (sei campionati e tre coppe nazionali nel Palmares).
Così succede che la serie-documentario con protagonisti i Black Cats e i loro tifosi, in onda su Netflix dal 14 dicembre, è diventata il diario di un’annata disastrosa. La Fulwell 73, casa di produzione della serie, si è ritrovata a operare in condizioni davvero delicate: filmare allenamenti e dietro le quinte di una squadra sul fondo della classifica non era nei piani.
“Per noi è innaturale avere le telecamere qui la maggior parte delle giornate”, aveva dichiarato Chris Coleman, allenatore subentrante del Sunderland nella passata stagione. “Le riprese in spogliatoio sono ciò che mi dà più fastidio: non le voglio, ciò che ci diciamo lì non dovrebbe uscire da quelle mura. Ma il chairman ha preso gli accordi per le condizioni del documentario all’inizio della stagione, quindi non ci posso fare niente. Non ci siamo abituati e non lo saremo mai. Normalmente, allenarsi è qualcosa di privato”.
Così l’enfasi della serie Netflix è stata presto focalizzata sul tessuto sociale che circonda il Sunderland. La calda tifoseria dei Black Cats, proveniente dalla working class della città (nel nord est dell’Inghilterra: accende gli animi il derby contro il Newcastle), è la vera protagonista del documentario. Otto puntate di sofferenza collettiva, lungo l’agonia della squadra sul campo. Sunderland ‘Til I die.