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Storie di B: la coraggiosa sfida di Mazzeo

In collaborazione con RedBull.com

L’attesa, i gol e la risalita di “Don Mazzeo” da Foggia

Il coraggio di attendere la chiamata giusta, il matrimonio con il Foggia arrivato da svincolato. E poi i gol, la promozione, la forza di confrontarsi con una realtà abbandonata sette anni prima che adesso lo vede protagonista assoluto.

Tutta l’energia da mettere in campo

Un corteggiamento alla luce del sole andato avanti per almeno tre sessioni di calciomercato (un’eternità per un mondo frenetico come quello del calcio), prima del matrimonio rossonero: da svincolato, quando ormai forse un po’ tutti avevano perso le speranze. Lui per primo. Perché coraggio a volte significa anche avere la forza di aspettare: il momento giusto, la situazione ideale, la chiamata tanto attesa. Come quella che Fabio Mazzeo ha ricevuto sul display del suo smartphone il 2 settembre del 2016, il giorno dopo la chiusura ufficiale del calciomercato: prefisso di Foggia, parole chiare. “Sei dei nostri”. Quando ormai sembrava tutto perso e lui era uno dei tanti svincolati di lusso, ecco la chiamata che cambia la sua storia. Sua e del Foggia. Perché Fabio Mazzeo, attaccante classe 1983 specialista in promozioni, non ha deluso le attese: 21 gol e 7 assist in 28 partite di campionato di Lega Pro, il Foggia che torna in Serie B dopo 19 anni con questo attaccante senza capelli e dalla barba lunga come terminale offensivo.

Avere un focus sull’obiettivo

Un inizio di carriera con la Salernitana in Serie B. Poi Venezia, Perugia, Frosinone, Cosenza, Atletico Roma, Barletta, Nocerina, ancora Perugia, Benevento e infine Foggia. Serie B e tanta Lega Pro. Sempre da protagonista. Un promozione dalla C alla B conquistata con il Perugia nel 2013/2014, un’altra l’anno successivo con la maglia del Benevento, infine quella con il Foggia, la più affascinante. Sarà per quella chiamata arrivata a tempo scaduto, sarà per il feeling con una piazza apparentemente così “distante” dal suo modo di essere: Foggia caliente, lui così pacato. A tratti quasi assente. L’idolo è sempre stato Baggio, poi la passione per la pesca, i modi così garbati da meritarsi il soprannome di ‘Don Mazzeo’. E il campo, l’adrenalina della gara, l’area di rigore. Il suo habitat, spietato e letale. Foggia lo sa, Foggia ringrazia. Il coraggio di staccarsi da “papà” Auteri, l’allenatore che più lo ha valorizzato negli anni poteva sembrare un azzardo, invece così non è stato.

Mente e corpo sul campo di gioco

Coraggio non vuol dire solo avere la forza di aspettare la chiamata giusta, coraggio significa anche rimettersi in gioco. E lui, Fabio Mazzeo, lo ha fatto senza paura. A 34 anni, riprendendo un filo spezzato 7 stagioni prima: il 19 gennaio 2003 l’esordio in Serie B con la maglia della Salernitana, il 30 maggio 2010 l’ultima apparizione nella serie cadetta con la maglia del Frosinone. E adesso Foggia, nuovamente Serie B, questa volta da protagonista assoluto. A testa alta, senza mai urlare. Sottovoce, segnando e sognando. Come nel suo stile. E con tanto coraggio, quello che a Fabio Mazzeo non è mai mancato. Foggia lo sa bene.