Questo sito contribuisce all'audience di

Storia… Stranges. Dal Cosenza al test Bayern: ora Marco sogna in grande

Se cerchiamo ‘Marco Stranges’ su google troveremo questo articolo QUI. “Dal Cosenza al Bayern Monaco”. Per una settimana (da Dio) tra i fenomeni Robben, Ribery e Thiago Alcantara. Un sogno. Ma com’è andata? Marco, ci manca il finale! A distanza di quasi un anno e mezzo le emozioni sono intatte. “Solo poterli vedere mentre si allenavano è stato unico”. La storia è un po’ Stranges ma assolutamente verissima e tutta da raccontare. “Dopo una partita tra Cosenza e Juve Stabia Beretti mi si avvicina un osservatore del Salisburgo che mi chiede ‘il tuo cartellino di chi è?, ci rivedremo presto’”. Una promessa. Tant’è che un periodo in prova al Salisburgo non gliel’ha tolto nessuno. Nel frattempo però il direttore sportivo del club austriaco passa al Bayern Monaco e la destinazione finale di Marco cambia. “Quando mi hanno detto ‘ti ha convocato il Bayern Monaco’ io non ci ho capito più nulla. Ho chiamato subito papà (allenatore) che sorpreso ha sbottato ‘mi stai prendendo il giro?’, invece mamma, figurati, non sapeva nemmeno cosa fosse il Bayern”. L’impatto non si dimentica. Soprattutto la quantità di scarpe presenti all’interno dello spogliatoio tedesco. “Oltre al kit classico d’allenamento, c’erano anche un sacco di scarpe da calcio, tutte in fila, di qualsivoglia numero. Forse per chi se fosse dimenticate a casa”. Altro? “Una stanzetta per il calcio tennis e mille altri confort”. Marco ci spiega. “Sarei dovuto restare fino il martedì poi però Dominik Beckenbauer, nipote diretto di Kaiser Franz e responsabile degli osservatori del Bayern Monaco, mi convocò nel suo studio dicendomi che si erano informati sui costi, che c’era un percorso studiato ad hoc per me e che sarei rimasto fino alla fine della settimana”. Atmosfera unica. Allenamenti intensi. “il problema era la lingua perché io di tedesco non capivo nulla. E lì, tanti esercizi, si basano sulla velocità di pensiero. Ma sai, se l’allenatore ti dice ‘il ragazzo con la casacca verde la tocca solo una volta poi la passa al giallo che deve fare due tocchi e darla… è dura!”. I piedi tornano per terra, ma con la consapevolezza di chi ha la testa ben salda sulle spalle. “Mi avrebbe dovuto comprare il Monaco 1860 che però era fallito da poco. Così ho preferito proseguire la mia carriera al Cosenza, che al tempo era in C. Non sono riuscito nemmeno a fare la foto con Ancelotti perché in quel momento stavano preparando delle sfide delicate, sia in Champions che in campionato”. Pazienza. Caratteristica che Marco, di Conflenti, un paesino tra Cosenza e Catanzaro, sta imparando ad avere soprattutto adesso, che gioca in prestito (dal Cosenza) alla Fidelis Andria in D. “Qui sto crescendo in maniera esponenziale. Sto conoscendo aspetti del mio carattere che non pensavo nemmeno di avere. Sento una fiducia incredibile e so che posso crescere ancora”. Si ispira a grandi numeri ‘7’ come Griezmann e non è un caso che i compagni lo chiamino ‘Le Petit Diable’. E’ un ragazzo semplice, che non può rinunciare: “Agli amici”. “Quando ci ritroviamo andiamo sempre a mangiare il ‘biscottino bianco’. Un biscotto di cioccolato bianco. Buonissimo”. L’obiettivo è serio: “Punto a giocare in serie A. Ma il primo step è tornare al Cosenza e giocare in B. Voglio dimostrare di poterci stare in quel gruppo lì”. Determinazione. Perché il calcio è Stranges e non bisogna mai mollare il proprio sogno.