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Le lacrime e la prima volta con la Carrarese. Stiven Shpendi: “Cristian mi ha aiutato tanto”

Il pianto di gioia per il primo gol in Serie B e il sogno di tornare un giorno a giocare insieme a Cristian. L’intervista a Stiven Shpendi

A volte serve soltanto avere pazienza. L’attesa di un piacere che per Stiven Shpendi è arrivato sabato 7 dicembre al “Dei Marmi” nella sfida contro il Palermo: il primo gol in Serie B. Una rete dai mille significati; la ripartenza, il volersi lasciare l’infortunio alle spalle, il crederci sempre e comunque. Una fiducia che suo fratello gemello Cristian, capocannoniere del campionato e attaccante del Cesena, e il mondo Carrarese hanno sempre riposto in lui. Il ghiaccio o forse meglio dire il marmo, visto che ci troviamo a Carrara, è stato rotto. L’obiettivo è dichiarato e il sogno nel cassetto? Anche. Senza correre troppo, scopriamo insieme Stiven Shpendi.

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credits: Carrarese Calcio 1908

Il primo gol in Serie B e le lacrime

Negli occhi di tutti è rimasto il gol dell’1-0 contro il Palermo, dopo il quale Stiven è scoppiato in lacrime. É lui stesso a raccontarcene il significato: “Erano lacrime di gioia perché era da tanto che non segnavo. Anche l’anno scorso a Empoli in Serie A avrei voluto tanto segnare ma non ci sono riuscito. Quindi sono venuto a Carrara, dove mi hanno dato fiducia fin da subito ma ho avuto la pubalgia che mi ha tormentato tanto. Ora che la sto piano piano superando, trovare la via della rete era fondamentale per ripagarli di tutta la fiducia. Mi sono levato un peso di dosso, perché nelle partite precedenti ci ero andato vicino”.

Un periodo difficile che si è lasciato alle spalle, grazie a due persone in particolare: “In questo periodo Cristian mi ha aiutato tantissimo, parliamo tanto e ci sentiamo spesso. Io e lui abbiamo una cosa, una volta va bene uno e una volta l’altro, essendo gemelli capita che non c’è un momento in cui facciamo bene entrambi. Insieme a lui anche Babbo, sapeva del brutto periodo che stavo passando per via dell’infortunio. Cristian mi motivava in tutto per cercare di recuperare e vederlo fare così bene non era altro che una motivazione in più”. 

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credits: Carrarese Calcio 1908

L’obiettivo dichiarato

Stiven Shpendi è umile, ma allo stesso tempo ambizioso. Ha ben chiaro cosa vuole diventare e i traguardi che vuole raggiungere: “Prima di tutto salvare la Carrarese, poi tornare a Empoli e dimostrare il mio valore che l’anno scorso non sono riuscito a far vedere dal momento che non ho giocato tanto. Voglio che si rendano conto che si sono sbagliati su di me“.

L’ambientamento in azzurro

A Carrara è ormai da più di 3 mesi e a sentirlo parlare te ne rendi conto: “Davvero sto prendendo l’accento del posto? A dire il vero, ho un po’ un mix. Ho sempre vissuto vicino a Fano dove ho preso l’accento romagnolo, ora sto prendendo l‘accento carrarino qua”.

Accento a parte, il passaggio da Empoli a Carrara per lui è stato facile: “L’ambientamento è stato ottimo, ho voluto trovare casa vicino al mare come a Cesena. Mi sono sentito subito in una famiglia, mi hanno voluto bene fin da subito. A Cesena i romagnoli sono molto espansivi ma anche qui i toscani sono molto aperti a parlare”.

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credits: Carrarese Calcio 1908

Il momento della Carrarese

Parlando della Carrarese, poi, rivela: “Da subito tutti gli addetti ai lavori ci hanno dato per spacciati qua, anche i bookmakers dicono che non abbiamo possibilità. Invece noi abbiamo un grande gruppo, siamo compatti e uniti, è la nostra forza. Sapevo che avremmo avuto questi punti, non è fortuna ma possiamo ambire a molto di più”.

In campo, Stiven ha alcune preferenze: “Il mister mi chiede di attaccare tanto la profondità perché è uno dei miei punti di forza. Anche quando giochiamo 3-5-2 o 3-4-2-1 mi chiede di lavorare molto come raccordo per l’altro attaccante. Attacco a 1 o 2? Preferisco avere la punta vicino perché posso svariare e puntare l’uomo, mentre se gioco prima punta mi viene chiesto logicamente di lavorare di più spalle alla porta e ce l’ho meno nelle mie corde”.

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Il rapporto fraterno con Cristian

Le telefonate quotidiane e il sostegno reciproco non mancano mai, anche a distanza, e non sono mancati nemmeno in occasione del suo primo gol in B: “Mi ha detto ‘Finalmente ce l’hai fatta, ora devi continuare su questa strada però fratellino’ e ha detto che era sicuro che avrei segnato su rimpallo (ride). Poi si è congratulato per quanto abbia creduto in quella palla. Io sono partito e immaginavo potessero sbagliare Gomes e Desplanches”.

Un rapporto fatto di tanto amore e qualche piccola discussione, come sempre accade tra fratelli: Da piccoli litigavamo particolarmente alla PlayStation, ne avevamo una e discutevamo su chi dovesse giocare oppure quando giocavamo contro. Lì era la rosicata più grande perché io non volevo perdere e lui non voleva giocare contro di me quindi litigavamo di brutto. Però al di fuori di questo non abbiamo mai litigato. In campo? Quando giocavamo insieme no, andavamo sempre d’accordo”.

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credits: Cesena FC

La nostalgia e il sogno 

Passare dal vedere tutti i giorni una persona a non vederla più non è semplice all’inizio, specie se si tratta di tuo fratello. Due anni fa Stiven è stato ceduto all’Empoli mentre Cristian è rimasto a Cesena: Il primo periodo ho sentito la sua mancanza. Quando eravamo a Cesena avevamo gli stessi allenamenti e gli stessi orari. A Empoli era la mia prima volta fuori casa da solo. Mi mancava molto all’inizio”.

Se poi aprissimo il cassetto dei sogni di Stiven, troveremmo in fondo questo:Ce lo siamo detti io e Cristian, se dovesse esserci l’opportunità il nostro sogno è quello di ritornare a giocare insieme. Siamo molto simili ma anche complementari e quindi possiamo giocare insieme. Nel calcio dei grandi non abbiamo mai diviso veramente il campo, perché il primo anno a Cesena io giocavo di più rispetto a lui. Un attacco a 2? Io e Cristian, il nostro sogno”.