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Squadre B in serie C, parla Stramaccioni: “Un beneficio per tutto il movimento. I nostri talenti si abitueranno a lottare per la classifica”

Squadre giovanili alle prese con un campionato professionistico. Il sasso lanciato da Costacurta sull’imminente inserimento di formazioni Primavera in serie C, sta facendo discutere il mondo calcistico. Tra i favorevoli alla proposta del subcommissario della FIGC, c’è sicuramente un allenatore che ha sempre saputo lavorare con i ragazzi, prima a Roma e poi a Milano: Andrea Stramaccioni. “Il vantaggio principale è la preziosa possibilità per i nostri migliori giovani talenti di misurarsi in 90 minuti veri contro squadre di uomini che conoscono l’importanza del ‘singolo punto’ in classifica”.

Un salto di qualità notevole per giocatori abituati a crescere in un ambiente protetto, lontano dalle ansie del risultato. Giocare in C tutti insieme, porterebbe – secondo il tecnico romano – un miglioramento collettivo. “Il settore giovanile ha come obiettivo la crescita individuale del ragazzo e il risultato dovrebbe essere in secondo piano. La Primavera e la seconda squadra devono far capire a un giovane talento ‘anche’ l’importanza del risultato. Quello è l’ultimo step. L’anticamera dei grandi palcoscenici”.

Con la sua giovane Inter, il 25 marzo 2012, Stramaccioni stupì l’Europa conquistando il torneo “Next Gen” in finale contro l’Ajax. Il giorno dopo, il presidente Massimo Moratti gli affidò la prima squadra, dopo aver sollevato Claudio Ranieri dall’incarico. Dai ragazzi agli adulti in una notte.

Si è chiesto cosa avrebbe potuto fare quell’Inter Primavera in un campionato di serie C?

Avrebbe potuto fare una grandissima esperienza, avendo in organico alcune individualità di livello superiore (Duncan, Bessa, Longo, Crisetig, ‘Mbaye, Livaja, solo per citare i più noti, ndr). Preparandosi e giocando partite vere, i nostri singoli sarebbero cresciuti tantissimo a 360 gradi. Non per caso, tutte le squadre che arrivarono ai quarti avevano la seconda squadra”.

Nelle diverse declinazioni fra leghe nazionali, effettivamente tutte le squadre che accompagnarono l’Inter nella fase finale del torneo potevano contare su questa risorsa: Liverpool, Tottenham, Marsiglia. Real Madrid, Barcellona, Psv e l’Ajax finalista. Tutte formazioni orientate alla crescita dei loro prospetti. Fra i lancieri, ad esempio, c’era Klaassen, uomo mercato della scorsa estate. La sua cessione all’Everton ha portato 27 milioni nelle casse degli olandesi. Un investimento da una parte e una fonte di sostentamento dall’altra. Confrontarsi prima nel mondo professionistico, può accelerare quel processo. “Da noi, c’è una differenza abissale fra formare un giovane in un campionato Primavera e prepararlo a un campionato professionistico. Ho allenato in due dei settori giovanili più importanti d’Italia e la distanza con la prima squadra era comunque enorme. Tantissimi sono dovuti andare via per poter giocare in prima squadra”. E dire che sotto le cure di Stramaccioni sono passati talenti veri: da Florenzi a Ciciretti, da Bessa a Politano, adesso oggetto dei desideri delle grandi, ma in passato costretto ad emigrare da Roma per trovare spazio.

Preparare calciatori a migliorarsi e a vincere. Le squadre del tecnico nativo di San Giovanni sono abituate ad andare all’attacco e a cercare risultati pieni. Questa riforma “rivoluzionaria” appare in linea con la sua idea di calcio. “Per il miglioramento dei prodotti del nostro vivaio è fondamentale essere arrivati a questo compromesso. Rispettando le esigenze i partecipanti alla serie C, spero vengano superate eventuali difficoltà burocratiche legate all’arrivo delle ‘squadre b’. Questa è la strada giusta da prendere. Provengo dal settore giovanile. Prima i dilettanti, poi i professionisti. Da sempre sono un enorme sostenitore delle seconde squadre. Tutto il movimento calcistico ne avrà beneficio e vedremo molti più giovani affacciarsi nelle prime squadre”.