Spezia-Ascoli, Ninkovic-Galabinov: due facce di un match in bianconero
Bianconero. Come le squadre in campo. Come la partita. Come il risultato. Spezia-Ascoli sarebbe potuta finire in tutti i modi e lo 0-2 del primo tempo trasformatosi in 3-2 al termine del match è il punto esclamativo di una partita folle. Che l’Ascoli difficilmente digerirà. Fa e disfa come spesso capitato in questo campionato, la squadra di Vivarini.
L’ennesimo vantaggio – questa volta doppio – non concretizzato. Oltre a consolidare la salvezza, avrebbe potuto aprire un nuovo spiraglio per i playoff interpretando la partita come meglio non avrebbe potuto. Almeno, fino al 44’, quando la follia di Ninkovic dà inizio ad una nuova partita.
Ammonizione, proteste e doppio giallo nel giro di pochi secondi. Espulso, proprio come all’andata, e palma di protagonista in negativo. Prima che anche ad Addae nel secondo tempo venisse sventolato in faccia un cartellino rosso. Sliding doors. E partita terminata in 9 contro 11.
L’altra faccia del match e protagonista in positivo invece è chi, fino a quel momento, non era riuscito ad entrare in partita: quell’Andrej Galabinov che in 45’ ha realizzato quasi lo stesso numero di gol messi a segno in stagione fino ad oggi. Le 3 reti siglate finora diventano 5 vista la doppietta che riapre e chiude il match.
Nel mezzo, anche una traversa su punizione. Regalando a Marino 3 punti importanti in chiave playoff. E prendendosi forse definitivamente lo Spezia.
Lui che dopo tanta gavetta nella scorsa stagione si era guadagnato la Serie A. A Genova aveva iniziato col piede giusto con la maglia del Genoa, ma alla lunga non è riuscito ad imporsi. Si era trovato bene col gruppo, dove insieme ai compagni Bertolacci, Perin, Biraschi, Rigoni e Morosini trascorreva spesso il tempo durante i viaggi in trasferta a giocare a briscola ma i gol alla lunga sono venuti a mancare: solo 3 al termine della stagione. In estate ha deciso così di trasferirsi sempre in Liguria ma qualche kilometro più in là, a La Spezia, nei pressi del Golfo dei Poeti, per rilanciarsi.
Lui, attaccante cresciuto in una famiglia di pallavolisti – d’estate infatti le partite in famiglia a beach volley non mancano mai -, che ha preso la passione per il calcio dal nonno, ex portiere del CSKA Sofia, aveva bisogno di ritrovare il gol con una certa continuità. Di ritornare a trasformarsi in campo come… l’incredibile Hulk, suo idolo fumettistico da cui nasce anche uno dei suoi soprannomi. “L’altro è carrarmato o bestia”: e non si fatica a capirne il perché.
Dopo un primo tempo in favore dell’Ascoli ha deciso, nella seconda metà, di trasformarsi proprio come il suo caro Hulk. Decidendo così la partita e diventando il protagonista in positivo di una partita in bianconero che alla fine ha visto sorridere solamente lo Spezia.