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Spalletti: “Totti giocherà il pezzo più importante della partita, ma che festa sarebbe senza i tre punti?”

Ultima conferenza stampa di stagione. Sarà anche l’ultima di Spalletti sulla panchina della Roma e l’ultimo pre partita di Totti in maglia giallorossa: “Le insidie maggiori sono che la testa venga portata su un’altro tipo di attenzione, ugualmente importante e si perda di vista l’obiettivo primario, perché che festa sarebbe senza i tre punti?. Noi dobbiamo fare questa partita nella maniera corretta, dobbiamo esibire la nostra forza e la nostra mentalità. Altrimenti la festa ce la fa il Napoli” ha detto l’allenatore giallorosso in conferenza stampa.

Una stagione da record per punti conquistati, ma il miglior pregio della Roma secondo Spalletti è stato quello di saper riniziare:”La squadra ha usato quella strategia che ogni volta si riparte da zero, quando ti abitui a vincere aumenta il tuo ego e spesso succede che diventa più un io che un noi e c’è bisogno del gruppo per vincere i titoli. Se ogni volta che vinci una partita riesci a farli ripartire da zero quella è la miglio medicina. Noi abbiamo perso delle partite fondamentali che non dimentichiamo, però abbiamo vinto anche tantissime volte”.

Poi inevitabilmente arrivano le domande su Totti: ”Totti gioca dal primo minuto? Totti giocherà un bel pezzo di partita, giocherà il pezzo più importante. Allenare totti vuol dire essere fortunati, perché ho visto la qualità del suo piede e delle sue giocate. Ho visto anche tanti gol che possono essere messi tra i migliori che si possono vedere, poi quelli fatti in allenamento”.

Il pensiero che mi lega di più a Francesco è la forza del giocatore e la qualità che c’è quando entra in campo: tecnica, fisicità e il carattere, la più importante. Fai vedere che qui comando io, togliere responsabilità ai compagni – ha continuato Spalletti – Lui questo lo sa fare e l’ha messo a disposizione tante volte. Ci sono stati però dei momenti nei quali non ho condiviso le sue prese di posizione, qui siamo colpevoli tutti. L’abbiamo creato noi questo calciatore che può ricoprire qualsiasi situazione solo perché è Totti. Bisogna che lui faccia ancora delle conoscenze più approfondite: essere il leader di una squadra, vuol dire donare tutto quello che hai te agli altri. Lui lo ha fatto probabilmente ma agli altri non è arrivato lo stesso messaggio. Solo Totti però non basta, altrimenti stiamo qui a dire le stesse cose, ovvero che la Roma non ha vinto niente, anche se lui dei numeri importanti l’ha fatti”.

“Voi la rigirate che ce l’ho con Totti – ha continuato Spalletti – Francesco in una stagione ha sbagliato sei rigori di fila, secondo me dopo tre rigori di fila bisogna farsi delle domande anche se questo giocatore ha personalità. Il ruolo dell’allenatore è individuare chi altro può tirare il rigore. Gli altri giocatori però poi ti dicono che il rigorista è Totti. In quel momento lì questa fu una cosa che mi andò poco bene. Parlando in generale Totti è un dono fatto a questo sport. Poi ogni tanto Totti viene usato per altri fini”.

Sul suo possibile approdo all’Inter invece: “Farò le cose migliori come ho sempre fatto quando avevo devastato il lavoro della Roma. Dissi che se avessi vinto sarei andato via e in quel momento mi sono assunto delle responsabilità. Ma si è sempre tentato di mettere del veleno per farci mordere tra di noi. Noi abbiamo provato a remare tutti verso un’unica direzione, che era quella di far diventare grande la Roma e per farlo dobbiamo vincere questa partita, i giocatori scenderanno in campo con la giusta determinazione”. La Roma che nel caso in cui Spalletti dovesse andare via si ritroverebbe con il quattordicesimo allenatore in altrettanti campionati: “Gli allenatori si cambiano – ha proseguito Spalletti – Non so se il prossimo anno la Roma cambierà l’allenatore, io mi incontrerò con la società lunedì o martedì per parlare insieme“.

La conclusione di Spalletti è ancora sul suo futuro: “Saranno questioni che affronteremo nella prossima conferenza stampa. Ho avuto la fortuna di allenare grandi campioni, giocatori eccezionali: Vermaelen, Allison, Gerson, non li ho mai fatti giocare e devo ringraziali perché sono quelli che hanno giocato poco. A nessuno viene regalato niente, ho avuto a che fare con calciatori e uomini veri” ha concluso l’allenatore giallorosso.