Inter, Spalletti: “Il Napoli è uno spot per il calcio, Sarri sarebbe potuto diventare ministro dell’Economia…”
Parentesi europea chiusa, la Serie A torna a prendersi la scena. In grande stile, con Napoli-Inter in programma sabato alle 20.45. Per analizzare il match, in conferenza stampa è intervenuto Luciano Spalletti: “I nostri ragazzi hanno già dato diversi esami, siamo a buon punto e questo è sinonimo di studio. Siamo pronti per questo confronto che non sarà per nulla facile. Moratti parla di Scudetto? Ha detto lasciateci sognare, lasciateci questa illusione. Lui è il presidente che ha vissuto quei periodi lì. Ci ha fatto piacere vederlo nello spogliatoio a fine partita, vederlo al nostro fianco a spingerci dà un valore più importante a quello che è il nostro lavoro”. Tantissimi complimenti per il Napoli e Sarri: “Il Napoli è uno spot per il calcio, sono una squadra forte, sono dove avevano programmato di essere. Non concedono niente a nessuno, devi sfidarli perché non puoi metterti a fare calcoli. Devi cercare di togliergli il possesso palla sennò è un casino! Sarà difficile reprimerli e limitarli. Hanno la qualità di comandare il gioco e condizionare gli avversari, in alcuni momenti sono davvero perfetti. Non c’è mai stata una partita in cui perdendo, hanno meritato di perdere. Per come giocano, meritano di avere tutti i consensi che ricevono. Sarri se avesse continuato a lavorare in campo sarebbe diventano ministro dell’Economia per quanto è bravo. Il Napoli sono tre anni che lavorano sullo stesso telaio, questo è un valore importantissimo. Per il momento noi siamo stati bravissimi ed eccezionali nel saper cogliere il momento giusto, nella valutazione dei momenti”.
In campionato, la concorrenza è tanta: “Ma non ci dimentichiamo del resto: qui tutte le settimane parte un treno. Il Napoli e Sarri mi stanno simpatici, ma per vincere bisogna arrivare prima della Juve che è tosta sotto tutti gli aspetti. Contro il City hanno giocato con il loro solito marchio di fabbrica, una roba bestiale. Mancano ancora tantissime partite, c’è anche la Roma che è fortissima, lo scorso anno ha fatto un calcio importante. Poi c’è la Lazio che è dentro. Non ve la mettete dietro le spalle: è dentro per mentalità e gioco acquisito, per l’intelaiatura data da Inzaghi, per la capacità di Peruzzi di dare il contribuito eccezionale che dà ai suoi. E’ uno di quelli che quando ci parli due volte ci diventi subito amico. Sono due o tre anni che fano risultati importanti. Anche il Milan, io mi fido di Montella. Ci sono 6 squadre da zona Champions e con loro ce la dovremo vedere fino alla fine”.
Partita difficile, ma Spalletti non vuole tirarsi indietro: “Noi non ci possiamo più tirare indietro, dobbiamo tentare di vincere anche giocando in casa loro. Non c’è alternativa, ci vorrà equilibrio ed arte che viene dal lavorare quotidianamente in un certo modo. Cosa dirò ai giocatori? A questi calciatori qui posso raccontargli poche cose. L’atteggiamento della squadra dopo il 2-2 è di quelli che ti fanno capire cosa hanno nella testa e nel cuore: vogliono imbottire la squadra di interismo. Vediamo la loro determinazione in come affrontano la partita e nel loro modo di essere professionisti. Anche quando la palla va fuori, corrono per anticipare anche il raccattapalle: hanno davvero lo spirito giusto. La prestazione del derby è di quelle che quando si arriva in fondo hanno un peso sulla bilancia. C’è stato un momento in cui abbiamo sofferto, ma poi con ordine ci siamo ripresi”.
Immancabile un commento su Icardi e sulla forza della
società: “Prima del derby mancava alla squadra, ora deve essere bravo a
sopportare questo carico sulle spalle. Troppe responsabilità? Non è così, tutti
vanno nella stessa direzione indipendentemente dai gol realizzati. Siamo in
tanti che lavoriamo per l’Inter, non solo i giocatori. Abbiamo un dietro le
quinte completo di tutto, lavoriamo tutti insieme. Siamo una società forte, ho
dei collaboratori che hanno allenato in Serie A. Possiamo giocare alla pari con
il Napoli, proveremo a fare un balzo per accorciare quelle differenze che ora
ancora ci sono”.