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SPAL, Semplici: “Quando giocavo non pensavo di poter allenare, gli amici mi consigliarono di provare. Puntavamo alla salvezza, ora coroneremmo un sogno”

Sogno ad un passo, countdown al via, Ferrara pronta ad esplodere di gioia. La SPAL è ormai vicinissima ad un incredibile ed impronosticabile ritorno in Serie A: favola divenuta realtà grazie anche al grande lavoro di Leonardo Semplici, condottiero di una squadra incapace di fermarsi e ora davvero ad un centimetro dall’aritmetica promozione. Intervistato da “B Magazine”, l’allenatore ha raccontato a 360° la sua avventura in biancazzurro, rivivendo gli inizi di un’esperienza poi svoltata in maniera significativa ed un passato che lo ha portato ad essere, attualmente, tra gli allenatori più stimati ed interessanti del panorama calcistico italiano.

“Sicuramente siamo andando oltre ogni previsione e immaginazione. Il nostro cammino, se pensiamo al budget che abbiamo e agli acquisti che abbiamo portato a termine, è incredibile. Noi puntavamo a una salvezza tranquilla, molti ci davano tra le candidate alla retrocessione: stiamo lottando perqualcosa di impensabile all’inizio e questo rende orgogliosi sia noi sia la società per quello che abbiamo fatto fino a ora. Il presidente ha sempre pensato che potessimo fare un buon campionato, che potessimo ambire a qualcosa di più di una semplice salvezza: diceva che il sogno cominciato lo scorso anno con la promozione in B sarebbe potuto continuare, ma credo che nemmeno lui potesse immaginarsi di essere addirittura in lizza per la vittoria del campionato o per la promozione diretta”.

Poi, una parentesi sull’atmosfera vissuta in città: “C’è un clima splendido! Noi stiamo facendo qualcosa di inimmaginabile all’inizio e si è creata un’atmosfera stupenda. Abbiamo risvegliato un popolo che ora si sta riavvicinando, dopo un passato problematico tra fallimenti e retrocessioni che aveva creato un clima di sfiducia. Ora, invece, c’è grande unità tra la squadra e il pubblico. L’averci applaudito e sostenuto dopo la sconfitta interna contro il Frosinone è un segno di grande rispetto e anche di riconoscimento del lavoro che tutti hanno fatto e stanno facendo per arrivare fino a qui. Per la promozione mi auguro sia una lotta a tre, ma il campionato di B insegna che ci possono essere degli strappi o dei recuperi improvvisi. Da parte nostra c’è la massima serenità e la voglia di arrivare più in alto possibile ma è un campionato difficile”.

Da un avvio d’esperienza travagliato alla conquista della Panchina d’Oro, in un crescendo di risultati ed emozioni: “In realtà la partenza non è stata proprio delle migliori. La mia avventura è cominciata a metà dicembre del 2014 con una sconfitta per 2-0 in casa contro la Carrarese. Ricordo una contestazione importante. Diciamo che potevo solo migliorare, siamo partiti dal minimo storico e pian piano siamo riusciti a uscire da questa situazione. Eravamo vicini ai playout, poi abbiamo ingranato mettendo insieme tredici risultati utili consecutivi e otto vittorie di fila. Da lì ha avuto inizio la pagina di storia che stiamo scrivendo oggi… I risultati ci hanno dato autostima. Ferrara è bellissima, io passeggio in maniera serena per la città e tutti mi conoscono, mi incoraggiano e mi stanno vicini. L’ambiente è disponibile, qui si lavora bene. C’è un rapporto unico tra la squadra e i tifosi, c’è quasi una simbiosi tra la Spal e Ferrara. Il campionato pensavo fosse così, perché in Italia questo è il torneo più bello, combattuto e difficile. Ci sono tante partite e la stagione non finisce mai. Così come non c’è mai una squadra, salvo rari casi, in grado di ammazzare il campionato. Io dico sempre che è un frullatore. Panchina d’oro? La notizia è arrivata subito dopo la sconfitta con il Frosinone e mi ha fatto tornare il sorriso: la sconfitta ci ha dato ancora più forza perché ci ha dimostrato che siamo riusciti a giocare alla pari con una delle squadre favorite per la promozione”.

Poi, un passaggio tra le differenze di categoria e il suo passato, tra campo e panchina, chiudendo con un fioretto al quale Semplici dovrà ancora pensare in caso di promozione…: “Dico sempre scherzando che la differenza tra Serie A e B è come quella tra mangiare e stare a guardare chi mangia… C’è un enorme divario dal punto di vista tecnico e fisico. Negli ultimi anni si è allargata la forbice tra le promosse dalla B e le squadre di A che lottano per non retrocedere. Una programmazione attenta e il fatto di dare continuità alle stagioni precedenti possono permettere alle neo promosse di fare ottimi campionati in Serie B. Quest’anno abbiamo tenuto la base della squadra che ha vinto l’anno passato e l’abbiamo integrata con giocatori che avevano già esperienza in questa categoria, oltre a qualità tecniche e umane. Il fatto di utilizzare il 3-5-2 è dettato dalle caratteristiche dei miei giocatori che a mio avviso si sposano meglio con questo tipo di modulo. Pensa che prima di arrivare a Ferrara non l’avevo mai provato. Ero partito col 4-3-3, poi mi sono reso contro che avevamo altre caratteristiche. Quando giocavo non pensavo di fare l’allenatore, ne di avere il carattere giusto per farlo. Ma negli ultimi anni di carriera per ruolo ed esperienza ero considerato una sorta di allenatore in campo. Ero un difensore centrale, guidavo la linea difensiva ed ero anche uomo spogliatoio. Amici ed ex allenatori mi hanno detto di provare e li ho ascoltati. Vincere a San Giminiano mi ha dato fiducia. Il mio obiettivo era allenare in Serie D e ora mi trovo in Serie B, ho fatto tanta strada e sono orgoglioso: ho vinto tutti i campionati dall’Eccellenza alla Lega Pro. Fioretti? Ancora non ci ho pensato…Vediamo… Ci penserò… So solo che se dovessimo farcela avremmo coronato un sogno, nostro e di una città intera. Un sogno, che all’inizio era assolutamente impensabile…”.