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Spal, Mora: “Mi piace andare contro l’idea che i calciatori sono dei viziati che non capiscono niente”

Più 5 dall’Hellas Verona che occupa il terzo posto, la Spal ci riprova. La prima fuga fu annullata nel giro di poche giornate, adesso i ragazzi di Semplici ci proveranno fino alla fine. Tra le sorprese di questo campionato c’è sicuramente Luca Mora, che a 28 anni ha deciso che era la stagione giusta per esplodere: 27 presenze, 7 gol e 3 assist per il centrocampista parmigiano.

La nostra forza è di essere tanti leader” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport Io ho fatto la gavetta come altri e forse noi ci mettiamo più cuore. Altri ci mettono qualità che io non ho: in una squadra serve tutto, ognuno per gli altri, la somma del gruppo deve essere più alta del valore dei singoli. Mi piace andare contro l’idea che i calciatori siano solo dei coglioni che non capiscono niente. Magari un po’ di verità c’è, però non siamo tutti viziati o venduti. Faccio l’università come altri miei compagni. A me piace la filosofia, mi sono iscritto a quella facoltà: sapevo che nell’immediato una laurea così non mi sarebbe servita, ma più avanti chissà.

Ho sempre giocato a centrocampo, poi ad Alessandria sono diventato quinto a sinistra con Notaristefano e D’Angelo, un ruolo che mi ha dato più corsa. Già l’anno scorso alla Spal qualche volta ho fatto la mezzala, adesso mi trovo molto bene nel 3­5­2, è il mio ruolo ideale. Ho fatto 7 gol… Inaspettati. Ne ho sempre fatti, ma 7 in B… Già i 5 in C1 dell’anno scorso erano tanti, ma così… Questione di maturazione e di motivazioni: i risultati di squadra fanno aumentare le soddisfazioni personal. Servono anche qualità fisiche oltre a quelle tecniche, ho dovuto lottare molto per essere all’altezza. Guardavamo la B e ci dicevamo che sarebbe stata difficile: ci siamo impegnati, ci siamo abituati e, per ora, ci siamo messi tutti dietro.

Lunga gavetta per Mora: “Andai al Chievo in prestito dalla Prima categoria, dopo un anno mi hanno riscattato per 10mila euro, poi però mi hanno rimandato in D: strano, ma comunque li ringrazio, ho potuto conoscere una realtà di Serie A. Il Chievo ha un ottimo settore giovanile, ma non lancia mai i giovani, peccato. Sono ripartito dal Castellarano e dai Crociati Noceto e mi sono iscritto all’università. All’inizio riuscivo a studiare, ero a casa a Parma. Poi andando alla Pro Patria, all’Alessandria e alla Spal è stato più diffcile e non sono riuscito ancora a laurearmi. Mi mancano 5 esami, continuo a leggere e studiare, prima o poi li faccio. Ora la testa è altrove.

Look particolare: Ho sempre avuto i capelli corti, quando abbiamo vinto le Universiadi 2015 in Corea ho provato a farli crescere. La barba ce l’ho da qualche anno, ma non sono uno che cura il look. E poi porta bene, quindi…. A questo punto l’obiettivo è la serie A? “Bisogna fare il meglio possibile e cercare di vincere: è l’inaspettato. I primi a essere sorpresi siamo noi, il bello dello sport è che ti sorprende sempre.Kant diceva: “Fai ciò che devi, accada ciò che può”. Noi prima dobbiamo fare il nostro dovere, poi quello che deve succedere, succeda. Ci sono cose che si possono controllare, e le controlliamo. Su quelle incontrollabili, aspettiamo e guardiamo. Se va bene, è scritto“.