Spal, Felipe: “Pensavo di chiudere con l’Udinese, ma la chiamata non è mai arrivata”
“Pensavo di Chiudere in bianconero”: e invece Felipe Dal Bello ricomincia dalla Spal. Dalla Primavera alla Champions con i friulani, e dopo il ritorno del 2015, il difensore brasiliano pensava di appendere le scarpette nello spogliatoio della Dacia Arena: “Pensavo di chiudere in bianconero” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Avevo un rinnovo automatico che l’Udinese ha esercitato. E ho chiesto un colloquio per pensare a un prolungamento fino al 2019. Ho fatto bene per due stagioni, sono integrato a Udine e ci ho creduto. Ma quell’appuntamento non è mai arrivato. È così mi sono guardato attorno. Spal? Il direttore Davide Vagnati sembrava che mi conoscesse da tempo. Mi è piaciuto il suo modo di fare, diretto. Mi ha trasmesso la tranquillità e la fiducia che cercavo ed eccomi a sudare con la solita passione. Se non mi alleno sto male. E dormo male. Vado oltre il classico programma estivo che ti viene lasciato con i tre richiami settimanali. Oltre ad aiutare Caterina nei suoi eventi e negli allestimenti matrimoniali”.
A 33 anni c’è ancora la voglia giusta: “Ho ricominciato troppe volte, sempre con la stessa voglia, anche dopo le delusioni di Firenze e gli anni difficili. Ora sto bene, anche psicologicamente che è la cosa più importante. Dopo aver risolto il contratto con il Parma che falliva, quei mesi all’Inter con Mancini mi hanno ricaricato a dovere. A Udine rimane quel rimpianto, il colloquio che non c’è stato”. Anche per il brasiliano la scuola dei difensori italiani è al tramonto: “Sì. È vero. In Italia abbiamo perso una generazione di grandi marcatori, che sanno andare sull’uomo e sono rimasti solo Barzagli e Chiellini. Oggi il calcio è più tattico”.
Per la neo promossa Spal non sarà semplice: “Non si deve stare tutti dentro l’area. E si difende in 11. Ricordate Tevez alla Juve? Qui l’atteggiamento è giusto. Per il resto mi hanno raccontato che dovrò vivere in centro. Che la Spal ha una tifoseria pazzesca. Quando si attacca nella ripresa davanti alla Ovest c’è una forza in più. E mi dice che qui non si molla mai. Ma l’ho capito dal primo giorno”.