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Spal, Antenucci: “Sto dimostrando quanto valgo. Leeds? Cellino impose di non farmi più giocare”

Otto gol e cinque assist, una stagione davvero esaltante per Mirco Antenucci, vero uomo in più della Spal. Prestazioni sopra le righe e mai una parola fuori posto per il capitano classe ’84, convinto di poter raggiungere la salvezza insieme ai suoi compagni. Si tratterebbe di un risultato esaltante e strepitoso, considerando anche le insidie e le difficoltà di questo campionato.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Antenucci ha parlato del suo momento e delle sue origini, svelando anche un retroscena sulla sua esperienza al Leeds: “Sono cresciuto per strada. Io sognavo di fare il calciatore e il primo stadio sono state le vie del mio paesino da meno di mille abitanti. C’era poco traffico e allora tutti a giocare: era bellissimo. Ho cominciato sull’asfalto del paese. E sono convinto che ai bambini di oggi servirebbe la strada: lì si impara più in fretta, crescono le doti tecniche ma anche quelle caratteriali, ci sono confronti, il più timoroso deve rapportarsi con quello più aggressivo. Ti arrangi e questo ti aiuta. Leeds? Vivono il calcio come nelle nostre città del Sud. L’entusiasmo è sempre altissimo nonostante la squadra sia in B da anni. Se avessi segnato 12 gol al secondo anno, avrei avuto il rinnovo automatico. A dicembre ero già a 8 e allora Cellino, proprietario del club, impose di non farmi più giocare. Riuscii comunque ad arrivare a dieci prima di tornare in Italia”.

L’esperienza alla Spal poteva concludersi la scorsa estate, ma Antenucci ha deciso di giocarsi le sue chance: “Ho creduto nel lavoro e mi sono ritagliato uno spazio importante. Quando in estate sono stati acquistati Borriello e Paloschi, io ho ricevuto un’offerta importante dalla B. Mi sono chiesto se potessi ancora essere importante per la Spal e mi sono risposto di sì. Per fortuna lo sto dimostrando. La Juve? Confrontarsi con tutti quei campioni è bellissimo, non vedo l’ora di scendere in campo. Sono fortissimi, ma poi le partite vanno giocate e ci sono tante variabili. Della Juve mi impressiona la voglia di vincere: a tutti capita la volta in cui sei meno carico, a loro mai. E poi hanno il vizio di non prendere gol”.

L’intervista completa sulle pagine della Gazzetta dello Sport oggi in edicola…