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Voce del verbo “vendere a peso d’oro”: la strategia di mercato del Southampton

Il Southampton e la politica sulle cessioni dei talenti: numeri da Paperon de’ Paperoni

Vi ricordate di quando il Southmapton aveva venduto Virgil Van Dijk al Liverpool per quasi 85 milioni? Era il 2017 e per una stagione il centrale olandese era diventato il difensore più pagato di sempre. Poi Harry Maguire gli ha preso il posto per qualche milione in più con il passaggio al Manchester United. Ma questa è un’altra storia. La storia vera sul mercato, da ormai qualche anno, la stanno facendo i Saints e Carlos Alcaraz alla Juventus è solo l’ultima operazione da Paperoni per il club inglese. 

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Se la città della contea dell’Hampshire risulta l’eccezione rispetto alla classica metropoli inglese (c’è addirittura il sole e belle spiagge lungo la costa sud dell’Inghilterra), la società è perfettamente in linea con i numeri stellari che nell’ultimo decennio hanno fatto diventare la Premier League il miglior campionato al mondo.

 La politica sui giovani talenti e le cessioni più importanti del Southampton

Il Southampton, infatti, è stato sempre abituato a “vendere a peso d’oro” i propri giocatori. E con il senno di poi, ha quasi sempre avuto ragione. Un esempio? Beh, Gareth Bale. Cresciuto nella giovanili del club, era stato venduto al Tottenham per 14,70 milioni (dati transfermarkt.it) senza aver mai giocato in prima divisione e non ancora maggiorenne. Una scomessa vinta dagli Spurs, ma anche dai Saints, se pensiamo che nel 2013 è arrivata una plusvalenza da capogiro grazie ai 100 milioni offerti dal Real Madrid.

 

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Cento milioni per un esterno offensivo e quattro anni dopo quasi cento per un centrale. Merito di cifre sempre più alte nel mondo del calcio tra sponsorizzazioni e diritti tv ma anche di una politica che il Southampton ha fatto sempre più sua. Dall’Hampshire, infatti, sono partiti talenti che poi hanno fatto la storia del calcio inglese. 

Il Liverpool, per esempio, è stata la “vittima” preferita, nel senso buono. I Reds hanno sborsato cifre importanti per assicurarsi le prestazioni sportive dei vari Mané (41,2), lo stesso Van Dijk (84,65), Lallana (31), Lovren (25,3), Clyne (17,7). Un totale di quasi 200 milioni investiti per scrivere poi le pagine più belle del recente passato ad Anfield. Il problema? All’inizio l’umore generale era sempre il solito: sono troppi soldi. E invece, tra la vittoria della Premier League a trent’anni dall’ultima volta e la Champions League, i soldi spesi sono ritornati. Nella lista anche Luke Shaw (venduto al Man United per 37,5 milioni), James Ward-Prowse (34,80 milioni al West Ham) e Danny Ings (all’Aston Villa per 29,4 milioni).

 

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Nell’ultima sessione estiva di mercato, poi, la tendenza si è spostata verso la monetizzazione immediata di giovani talenti con una sola stagione di Premier alle spalle: è il caso di Livramento, classe 2002 passato al Newcastle per 37,2 milioini, e di Lavia, classe 2004 ingaggiato dal Chelsea per 62,10. Alcaraz (potenziali 52 milioni) sarà solo l’ultimo di una lunga serie destinata a continuare. Numeri da Paperon de’ Paperoni che hanno permesso al club di rimanere nella massima serie per un decennio consecutivo. Insomma, a Southampton sanno quello che fanno…