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Sorrisi, battute, calci al pallone e un fuori programma: Totti show anche a Sanremo

Che sia in campo, anche a 40 anni, o fuori dal campo, quando c’è Francesco Totti lo show è assicurato. E così è stato anche sul palcoscenico di Sanremo. Ospite d’eccezione della seconda serata del Festival, il capitano della Roma ha dato spettacolo anche senza scarpini e maglia numero 10. Vestito di tutto punto ha fatto il suo ingresso al teatro Ariston scendendo le famose scale e lanciando subito la prima battuta a Carlo Conti, noto tifoso della Fiorentina. “Non ti saluto con il numero quattro perché oggi è un altro giorno. Sarebbe troppo scontato”. Stoccata calcistica per spazzare via l’emozione e via con lo show.

Disinvolto, sciolto, il Totti visto al Festival è un calciatore nato per i palcoscenici, qualsiasi essi siano. A suo agio con la telecamera e sempre pronto alla “gag”: “Se ho voglia di presentare un campione in gara? Se siete sicuri. Siamo in diretta eh! Allora vado” e subito lo scivolone ironico: “Una canzone di Sciopè ed Enzo Compagnoli….” con Carlo Conti che interrompe: “Si chiamano Cheope e Campagnoli”. E Totti, da showman navigato risponde: “Ah si? Eh ho capito, ma con tutte ‘ste luci non ci vedo”. Applausi a scena aperta.

Nella seconda parte, sempre molto poco seria e tanto scherzosa, il capitano della Roma si sottopone ad 8 domande di Conti e della De Filippi. Tanti gli argomenti, da Ilary per la quale Totti si dice “troppo geloso”, passando per il figlio Cristian: “Se lo vedessi un giorno con la maglia della Lazio nel cassetto? Semmai facesse questa scelta di vita lo rispetterei… ma mi sembra una cosa impossibile. Risate e battute sempre “pulite” e mai volgari, in pieno stile Totti. Famiglia ma anche futuro, ormai prossimo, da ex calciatore: “Come mi vedo tra 20 anni? Di sicuro non come un calciatore. Sinceramente non lo so ma occuperò un ruolo importante nella Roma o fuori di essa“.

Uno show a tutto tondo concluso nel “campo” che più gli compete: quello con il pallone tra i piedi. Con un teatro Ariston trasformato in uno stadio, Totti ha firmato e lanciato 15 palloni sulla platea, sfoderando anche qui tutta la sua ironia. “Carlo guarda che non je la fai ad arrivare in galleria, guarda come si fa”. Firma con il pennarello ed esterno collo alla fila 52. Facile no? Spettatori in visibilio e chiusura con il botto. “Francesco – chiede Conti – che canzone preferisci di San Remo?”. “Povia. Te lo ricordi il piccione?”. Dribbling finale alla scaletta che prevedeva una risposta diversa. Casualità o sottile ironia? I social non hanno perso tempo e la risposta più gettonata è lo sfottò ai cugini della Lazio, a pochi giorni dai tre derby. Aquila Olimpia o piccione? Nessuno saprà mai la vera risposta. Ma una cosa è certa: che Totti sarebbe senza sorpresa?