“Sono rimasto vicino alla mia famiglia, non lo considero tempo perso”. Fausto Rossi è pronto a ripartire
Che fine ha fatto Fausto Rossi? Fino a poco tempo fa il prodotto della “cantera” della Juventus pareva destinato a una grandissima carriera. Regista o mezzala, poco importava, Rossi si distingueva per tecnica e visione di gioco, tanto da essere apprezzatissimo in Liga oltre che in Italia. Pilastro dell’Under 21 di Davis Mangia, Rossi ha stupito tutti la scorsa stagione, accettando la Pro Vercelli in serie B. Ancora più paradossale la situazione di quest’anno: senza squadra da 6 mesi.
Allora Fausto, che succede? “Purtroppo dall’anno scorso ho avuto problemi familiari che mi hanno portato a tornare vicino a casa” – dichiara Rossi ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto ad accettare Vercelli. E’ una vicenda di cui non mi va molto di parlare, diciamo che hanno influenzato parecchio la mia carriera nell’ultimo anno. Adesso piano piano la situazione si sta risolvendo e io mi sono tenuto sempre in forma, sono allenato. Mi sono arrivate diverse offerte, ma se devo allontanarmi da casa vorrei un progetto importante: devo andare convinto”. In realtà un accordo per tre stagioni c’era già: “Sì, il triennale con la Pro Vercelli è stato firmato. Mi sono state addossate colpe da alcuni giornali, secondo alcuni giornalisti avrei dichiarato di aver firmato un contratto che non esiste: è diventato un caso. Il contratto, c’è, esiste, ma purtroppo non è stato accettato dalla Lega di serie B, perché è stato firmato nei moduli del torneo 2015-2016 e non su quelli del 2016-2017. Nel momento in cui ce ne siamo accorti sono subentrate diverse vicissitudini che mi riguardano e che vanno avanti a livello legale: si stanno interessando i miei avvocati. Intanto la Pro Vercelli mi ha liberato tranquillamente”.
Facciamo un passo indietro… Tu sei nato nel settore giovanile della Juventus: “Quando cresci in un club come quello bianconero ne trai benefici anche come persona. Alla Juventus creano prima uomini che calciatori e a livello umano mi hanno dato tantissimo, il famoso DNA juventino. Entrai quando avevo 5 anni e mezzo, ho fatto tutta la trafila fino alla prima squadra e quel periodo rimane per me un grandissimo orgoglio. La ciliegina sulla torta è stata essere aggregato con la prima squadra per un anno intero e avere la possibilità di stare a contatto con grandissimi campioni”. Chi in particolare? “Senza dubbio Alessandro Del Piero, ma non solo per quello che mi ha insegnato come calciatore, ma anche perché è una persona di grandissimo spessore. Quendo ero ragazzino Alex era il mio idolo. Allenarmi con lui è stato un sogno. Mi ha dato tantissimi consigli importanti e con me è sempre stato gentilissimo. Icona da bambino e punto di riferimento da grande, quando ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra Alex per me c’era sempre”.
Intanto la Juventus attuale ha preso Rincon: “Aveva bisogno di un giocatore del genere. Adesso alcuni centrocampisti andranno via per la Coppa D’Africa e i bianconeri perderanno qualche pezzo. E’ giusto che la Juventus pensi a rinforzarsi in quel settore, che potrà contare in ogni caso su giocatori top come Marchisio e Khedira e giovani di buon livello come Sturaro. Penso che il venezuelano possa fare molto bene nella Juventus”.
Hai giocato per due stagioni in Liga, è davvero un campionato superiore al nostro? “Non è facile dire se sia superiore, sicuramente sono due campionati diversi. E’ un pochino meno tattico e fisico, ma c’è un livello tecnico e dinamico leggermente più elevato. Sono due grandi tornei, ma in questo momento in Spagna ci sono più campioni, e i fuoriclasse, si sa, fanno sempre la differenza: con una giocata possono risolvere le partite e questo alza il livello, ovviamente”. Il gol che stese il Barcellona di Messi nel marzo del 2014 è quello più importante della tua carriera? “Sicuramente sì, per me ha un significato particolare. Mi ha riempito d’orgoglio e ha dato grande risonanza al mio nome e alla mia carriera. Però sono abituato a non stare troppo legato al passato. Cerco di allenarmi al meglio guardando al futuro, sperando di ottenere ancora di più rispetto a dove sono arrivato oggi”.
Venticinque presenze in Under, qual è la più bella? “La partita più bella è anche quella più brutta. Chiaramente sto parlando dell’Europeo del 2013. Abbiamo perso malamente la finale contro la Spagna. Sono emozioni contrastanti, perché da una parte vestire la maglia delle Nazionale è una delle cose più belle per un calciatore. Dall’altra parte però è difficile digerire la sconfitta in una finale, la delusione più grande per me. Pazienza… Loro erano più forti, avevano più esperienza ed è finita così purtroppo”
Prenderai in considerazione anche offerte dall’estero o preferisci rimanere in Italia? “No, non le scarto. E’ giusto che prenda in considerazione tutto. Dopo la situazione che ti ho descritto sono più portato a stare vicino a casa, ma quello che potevo fare l’ho fatto. Ora è giusto pensare anche a me, alla mia carriera e al mio futuro e in famiglia ne sono consapevoli. Non metto paletti, club di una città vicina o lontana, l’importante è che sia un buon progetto: tutto è raggiungibile”. Cosa ti aspetti dal 2017? “Mi aspetto di recuperare questi sei mesi, anche se non lo considero tempo perso perché l’ho fatto per la mia famiglia. A livello calcistico penso di poter dare ancora tanto, sia per quanto riguarda l’età, che per l’integrità fisica: sto bene e non ho subito infortuni. Spero che quello che è mancato nel 2016 possa ritrovarlo nel 2017″. In bocca al lupo Fausto.