Tottenham, Son: “Il matrimonio? Papà dice dopo il ritiro”
I duri allenamenti del passato, le bandiere del presente, la famiglia che può aspettare: Son Heung-min si racconta al Guardian
Finché il calcio non ci separi. Son Heung-min, per ora, è innamorato del gol (sono 16 in stagione con la maglia del Tottenham) e non ha nessuna intenzione di andare oltre. “Il matrimonio? Mio padre dice che dovrei pensarci solo dopo il ritiro e io sono d’accordo con lui“, ha raccontato il sudcoreano classe ’92 ai microfoni del Guardian.
Più di una semplice autorità paterna: anche Son Woong-jung è stato calciatore professionista. E in seguito ha allenato il figlio sin da piccolo, con pugno di ferro. “Una volta mi ha fatto palleggiare per quattro ore di fila, avevo gli occhi gonfi di sangue. E’ stato difficile, ma quando ci ripenso ora capisco che quella era la strada giusta: senza di lui probabilmente non avrei fatto la carriera che ho ora”.
Il primo obiettivo è dunque tenersela stretta. “Adesso voglio essere sicuro di concentrarmi sul calcio al massimo livello perché non sai per quanto tempo potrai farlo. A 33-34 anni avrò ancora una vita lunga per costruirmi una famiglia. Fuori dal campo ci sono tante possibilità di svago. A me però non interessano”.
Il vero amore di Son? “Le bandiere coreane quando giochiamo a Wembley. Sapete quante ce ne sono? Punto a mantenere questi standard più a lungo possibile perché voglio ripagare l’affetto dei miei tifosi. Mi sento un ambasciatore per il mio Paese perché loro sono lì a
guardarmi anche quando in Corea del Sud sono le cinque del mattino“.
I meriti sportivi per cui, lo scorso settembre, Son è stato anche esentato dalla leva militare obbligatoria. Quello sì, che sarebbe stato un seccante imprevisto di carriera. Forse più del matrimonio.