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#SiamoTuttiKoulibaly: i messaggi sui social a sostegno del difensore

Gli insulti razzisti prima, ieri sera durante la partita contro l’Inter, le due giornate di squalifica poi, stabilite questo pomeriggio dal Giudice Sportivo. Kalidou Koulibaly è oggi sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori nel mondo del calcio, impegnati ad esprimere la loro opinione riguardo a quanto avvenuto ieri sera a San Siro e a palesare la loro vicinanza al difensore senegalese.

Su Instagram, in particolar modo, tanti compagni di squadra, ma anche avversari, ex compagni e società sportive, si sono schierate al fianco di Koulibaly, nel tentativo di combattere il razzismo con messaggi di supporto indirizzati al difensore del Napoli. Nella gallery qui sopra, abbiamo raccolto alcuni dei tantissimi messaggi comparsi nelle ultime ore sui social network.

Splendidi, tra i tanti, i messaggi di Daniele Faggiano e Stefano Sorrentino. Così il ds del Parma:”Pesaro, anno 1999. Ero il portiere del Peglio, squadra di Prima Categoria. Ogni domenica sentivo urlarmi terrone dai tifosi avversari. Cori ripetuti, settimana dopo settimana. Così, decisi di far stampare sul retro della mia maglia la parola ‘’Terrone’’, sopra il numero 1 che portavo con orgoglio sulle spalle. Lo ritenevo un modo intelligente e simpatico per sconfiggere quei cori. Perché non credo esista bianco o nero, nord o sud. Le persone non hanno distinzione né di colore né di limiti geografici. Serve crescere, tutti insieme. Spero che la giornata di ieri sia un punto di partenza per una riflessione: lo sport è lo stesso in tutto il mondo, è lo stesso per tutti. Se a qualcuno non sta bene, ne stia lontano. Oggi come 19 anni fa”.

Il portiere del Chievo, al contrario, ha deciso di cambiare il proprio nome sui social, scegliendo “KALIDOU KOULIBALY”: “Quello che è successo a Koulibaly è come se fosse successo a me. A tutti noi. Per questo, per esprimere la mia vicinanza e solidarietà, ho deciso di cambiare il mio nome Instagram – per 24 ore – con il suo nome e cognome. In segno di rispetto per il calciatore e per l’uomo. Perché SIAMO TUTTI KOULIBALY!”.