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Si scrive Milano si legge Madrid: Real batte City, ancora ‘derbi’ in finale di Champions

Questa volta il Bernabeu può cantare e urlare Hala Madrid. Circa un anno fa fu proprio un canterano – Morata – a spegnere l’entusiasmo e a mandare a Berlino la Juventus. Oggi niente beffa, è bastato un autogol di Fernando al 20′ per mandare le merengues a San Siro: sì, sarà derbi, sarà revancha con l’Atleti, a soli due anni dalla finale di Lisbona. Eppure non è stato semplice: le smorfie di Cristiano (al rientro dall’infortunio), le occasioni (tra cui una traversa di Bale) per il 2-0 fallite, la pericolosità (seppure a tratti) del City. Fiato sospeso durante gli ultimi minuti, ma fracaso evitato. Zidane era stato chiaro: non andare a Milano sarebbe stato un fallimento.

Fallimento che Zizou ha cercato di evitare affidandosi a CR7 e Jesé e lasciando in panchina James Rodriguez e Lucas Vazquez. L’autogol è propiziato però da Gareth Bale, il più pericoloso dei suoi. E il City? Il Kun Aguero si accende solo a due minuti dalla fine con un missile che sibila sopra la traversa, ma per il resto poco altro: un palo sfiorato da Fernandinho nel primo tempo, qualche fiammata di De Bruyne. Una partita nata male, con l’infortunio di Kompany dopo appena 10′.

4′ minuti di recupero e la paura scompare: si scrive Milano, si legge Madrid: sarà Cholo contro Zidane, Atleti contro Real, Griezmann contro Ronaldo: non solo due sponde della stessa città, ma quasi due ideologie opposte tra loro. Forse una finale non molto attesa, ma che regalerà emozioni. Con due piazze della Capitale di Spagna pronte a esplodere di gioia o ad affogare nella tristezza. E chissà se sarà vendetta o undecima, chissà se si canterà a Cibeles o a Nettuno: sarà la Scala del calcio, con una Coppa sullo sfondo, ad essere teatro di una nuova pagina di questa storia.