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Shaqiri svela: “Io, l’aquila e la mancata convocazione per Belgrado”

Dopo l’esultanza nel match vinto dalla Svizzera contro la Serbia a Russia 2018, Shaqiri ha accettato e compreso la mancata convocazione a Belgrado, per il timore di possibili tensioni legate alle sue origini albanesi-kosovare

Non è stato di certo dimenticato l’episodio che ha visto protagonista Xherdan Shaqiri a Russia 2018, nel match vinto dalla Svizzera contro la Serbia: dopo il suo gol che ha deciso la vittoria, l’attaccante del Liverpool, ha esultato mimando il simbolo dell’Aquila dell’Albania. L’attaccante dei Reds è nato in Kosovo, stato che la Serbia non riconosce, da qui è nata l’esultanza. Un gesto di polemica e sfida in una realtà delicata come quella balcanica immediatamente punita con una multa salata da parte della Fifa. Le conseguenze non sono finite lì e a distanza di mesi Klöpp gli ha risparmiato la trasferta di Belgrado contro i serbi della Stella Rossa, per il timore di possibili tensioni legate alle sue origini albanesi-kosovare.

Il Mirror, riporta alcune dichiarazioni di Shaqiri, che però, sembra l’abbia presa abbastanza bene. Dato il turno infrasettimanale di riposo, è stato schierato dal primo minuto nella gara di campionato contro il Fulham nella quale ha segnato la rete del 2-0.

“C’era un’atmosfera davvero calda lì” il 27enne svizzero commenta la vicenda a Belgrado, “Quindi è stato meglio che io sia rimasto a casa per concentrarmi solo sul calcio. Ero fresco, sono rimasto qui e mi sono allenato con qualche altro giocatore ma non cambia molto: volevo fare una buona prestazione e, beh, è stata davvero buona”. Shaqiri accetta e comprende la sua mancata convocazione, al fine di poter restare concentrati sull’impegno calcistico senza alimentare polemiche di genere politico.