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Il siluro di Tremolada avvicina il Pordenone alla finale

La fredda vendetta. Con un tiro mancino. Che non vale tre punti come quelle del suo amico Pietro Aradori, ma molto di più. Luca Tremolada l’estate scorsa sembrava vicino a diventare il trequartista del Frosinone di Nesta. Poi la società fece scelte diverse e un anno dopo – con la maglia del Pordenone -Tremolada ha portato il suo biglietto da visita. 


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Una bomba di sinistro all’incrocio, il lampo di una notte fatta di tanti muscoli e poche giocate di talento. È bastata la sua a decidere una partita in cui il Frosinone ha fatto tanto possesso – 55% – ma creato meno occasioni. Se ci fosse stato il tabellino pugilistico, ai punti avrebbe probabilmente vinto il Pordenone. Concreto e verticale, ispirato da un Burrai con tanto spazio e pungente con un Ciurria sempre pericoloso. A otto minuti dalla fine è arrivato poi il colpo del ko. Un montante sferrato al cuore delle speranze di un Frosinone che un anno fa aveva preferito giocatori diversi. Tremolada era rimasto a Brescia, nel club con cui aveva ottenuto la promozione. Un’annata trionfale per il gruppo di Corini, che spesso però gli aveva preferito Spalek per le maggiori qualità nella fase difensiva. 


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Arrivato nel mercato invernale a Pordenone, Tesser ha centellinato il suo inserimento in un gruppo che da inizio anno marcia nella parte alta della classifica. Già nell’ultima giornata, a Cremona, Tremolada aveva trovato il primo gol. Una rete di importanza relativa rispetto a quella del Benito Stirpe. Il suo sinistro regala al Pordenone una semifinale di ritorno più comoda: basterà non perdere con due gol di scarto alla fine dei 90 minuti per giocarsi la doppia finale del 16 e 20 agosto. 

Il suo siluro è la ciliegina sulla torta a una prestazione di squadra solida. Da gruppo capace di credere seriamente al doppio salto. Perché il Pordenone – che giocherà il ritorno a Trieste – adesso può veramente pensare di emulare Lecce, Spal, Frosinone e Benevento. Club capaci di passare in pochi mesi dalla C alla serie A. Società che hanno programmato in modo solido. E ottenuto sul campo i frutti di un lavoro fatto dietro le quinte dalla famiglia Lovisa, con il presidente Mauro e il figlio Matteo, dirigente – 24 anni, responsabile dell'area tecnica – di grande spessore.


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Esattamente 348 giorni fa il Pordenone esordiva in B dando 3 reti al Frosinone. Quel 26 agosto – sul neutro di Udine – Tesser mise in luce un centrocampista che nei mesi successivi avrebbe stupito tutti: Tommaso Pobega, doppietta in quella sera e prossimo a tornare al Milan. Prima di farlo, vuole portare allo stesso livello una squadra che oggi sogna su realtà chiare. Un gruppo che veniva dato in calo – 3 pareggi e 2 perse nelle ultime 5 – ma che ha saputo ritrovarsi nell’appuntamento più importante. Una squadra capace di supplire anche all’assenza al centro della difesa di Barison, rimpiazzato da un Vogliacco impeccabile. Muscoli, agonismo e alla fine una giocata da ko. Il pugno al cielo di un trequartista che avrebbe potuto giocare per Nesta e invece lo ha (quasi) mandato all’inferno. Mai sottovalutare però il cuore del Frosinone: la rimonta di Cittadella è storia recente. Lì era stato il mancino di Ciano a scuotere il finale, stavolta ci ha pensato Luca Tremolada. Quando giocava alla Ternana, Sandro Pochesci – suo allenatore dell’epoca – disse che “uno con le sue capacità dovrebbe segnare tre gol a partita”. Esagerava ma questo gol vale davvero per tre. Come una bomba del suo amico Aradori.