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Serie A – Donnarumma&co: 10 talenti in vetrina nel 2016

Serie A, talenti ne abbiamo? Tanti. E nel 2016 ne sono esplosi vari. Ce n’è per tutti e anche di più, portieri ed attaccanti. Allora, quali sono? Andiamoli ad analizzare nel dettaglio. Ne abbiamo scelti 10 (partendo dal 1995). Da Gigio Donnarumma a Lorenzo Pellegrini, scopriamoli tutti.

AMADOU DIAWARA (Bologna-Napoli, ’97)

Rivelazione, pochi dubbi. Specie al Bologna l’anno scorso, 34 presenze dopo un anno di Lega Pro col San Marino. Professione? Centrocampista. E Sarri l’ha scoperto piano piano, gestendolo bene. Arrivò in Italia con un jeans e una maglietta, non sapeva cosa fosse la colazione. Nessuno in famiglia voleva che diventasse un calciatore. E se tornava a casa sudato erano guai, lo “riempivano di schiaffi”. Poi, però, è arrivata l’Italia. San Marino prima, Bologna poi. Fino alla “fuga” estiva: assente ingiustificato dal ritiro rossoblù. Un caso. E uomo mercato. Alla fine l’ha preso il Napoli.

GIGIO DONNARUMMA (Milan, ’99)

Frantumatore di record fin da ragazzino. Ops, lo è ancora. Non sembra eh? Millenovecentonovantanove. “Predestinato”. “Fenomeno”. “Erede di Buffon”. Tanti aggettivi, ma la testa di Gigio resta bassa. Vive in convitto, non ha la patente e non frequenta il Liceo. Fa solo miracoli, tanti. Col Milan che ringrazia e prova a blindarlo, impensabile farsi scappare uno così: “Portiere portentoso”. Parola di Buffon, suo idolo da sempre “Vivo col suo mito”. Tanto da diventare il più giovane portiere ad aver mai debuttato in Nazionale. Tanto per non farsi mancare nulla.

SEKO FOFANA (Udinese, ’95)

E niente, complimenti all’Udinese. Ancora una volta. 11 presenze, già 4 gol. Alcuni bellissimi (tipo quello all’Atalanta, vedere per credere). Preso in estate per circa 4 milioni, ora lo cerca il Lipsia dei miracoli (leggi qui). Un bell’exploit. E pensare che con Iachini era una riserva. Poi Delneri l’ha schierato subito dall’inizio: “Uno che mi piace tantissimo è Fofana” dichiarò nella conferenza di presentazione. Tanti prestiti ai tempi del City, tra Fulham e Bastia. Pochi guizzi, poca concretezza. L’Udinese l’ha cercato, voluto e infine valorizzato. Chapeau. Anche stavolta.

KEITA BALDE (Lazio, ’95)

Funambolo assoluto, unico. In campo e fuori. “Vivo per saltare l’uomo, così ripago il prezzo del biglietto”. Mai banale la Maravilla. Nei dribbling, come nelle uscite di testa. In estate ha rischiato di andar via, ha lasciato a “bocca a aperta” sia la società che Simone Inzaghi. Tutto passato, ora. Anche se la questione rinnovo (scadenza 2018) fa ancora tremare Lotito&co. Rendimento? Finalmente da top player, molto più continuo rispetto agli anni precedenti. Difetto limato: già 5 gol quest’anno, eguagliato il record personale in Serie A di tre stagioni fa. A gennaio partirà per la Coppa d’Africa, per la Lazio sarà una grande perdita. Specie per la corsa all’oro chiamato Europa.

FRANCK KESSIE’ (Cesena-Atalanta, ’96)

Le parole di Drago dicono tutto: “Quando arrivò a Cesena non lo conoscevo, era il quinto difensore centrale. Dopo un paio di allenamenti ho capito, il suo ruolo ideale era a centrocampo”. Intuizione. Meglio: rivelazione. Titolare fisso, 6 reti in campionato e pure rigorista. Esultanza speciale infine: “Faccio il saluto da soldato! Papà era un calciatore, giocava davanti la difesa in Serie A in Costa d’Avorio. Poi è diventato un militare, non è andato in guerra però è morto di malattia quando avevo 11 anni. Per questo faccio il gesto del militare: è per lui”. Gioiello dell’Atalanta, gli occhi del mercato sono già vigili (vedi Tottenham e Leicester, leggi qui).

POL LIROLA (Sassuolo, ’97)

Prima stagione tra i pro, subito protagonista. Presenze? 10. Ottimo rendimento per il terzino in prestito dalla Juventus, preferita al Barcellona: “Amo il calcio italiano, è il più completo”. Il posto migliore per crescere. Il padre andava a caccia di uno streaming per guardarlo giocare, ora è in tutte le televisioni, pure in Europa League. Passi avanti dai tempi dell’Espanyol. Si rivede in Dani Alves, studia Lichtsteiner e sogna bianconero. Ma l’obiettivo è far bene in neroverde. Senza dimenticarsi di comprare una macchina, ancora non ce l’ha!

MANUEL LOCATELLI (Milan, ’98)

Il suo gol alla Juventus è stato un fulmine a ciel sereno, le sue lacrime in tv un colpo al cuore per tutti gli appassionati. Sincere, vere. “Ma cosa ho combinato?!”. Che giocatore, Manuel. Uno per cui stravede pure Berlusconi: “Fra i giovani abbiamo un ragazzo straordinario, si chiama Locatelli, spero possa diventare un grande regista”. Fiducia in primis, talento poi. Anche se prima giocava un po’ più avanti: è stato Brocchi a spostarlo davanti alla difesa. Oggi Montella se lo gode, già 13 presenze e due gol al primo anno tra i professionisti. Mossa vincente.

SERGEJ MILINKOVIC (Lazio, ’95)

Padre calciatore, madre cestista, fratello portiere. Scontato che diventasse uno sportivo. Pardon, un centrocampista di lotta e di governo. Inzaghi l’ha consacrato in quel ruolo di mezz’ala con licenza di offendere. Buoni risultati quest’anno: 15 presenze, già 3 gol e 2 assist. Maturazione completa. Da piccolo, ai tempi del Vojvodina, si nascondeva dietro agli alberi per correre di meno. Ora è cambiato, corre più degli altri e i dati lo dimostrano: percorre 12.659 km a una velocità media di 8.2 Km/h, è il giocatore della Lazio che recupera più palloni. Stakhanov.

LORENZO PELLEGRINI (Sassuolo, ’96)

Elegante e tecnico, bello da vedere. Regista, pure mezz’ala. Calcia con entrambi i piedi, tant’è che da piccolo, ai tempi dell’Italcalcio, chiedevano a suo padre se “fosse destro o mancino”. Oro del Sassuolo e della Roma, che tutt’ora conserva il diritto di recompra. Lorenzo, però, continua a stupire insieme ai ragazzi di Di Francesco: 3 gol quest’anno, altrettanti la stagione scorsa. E pensare che ha rischiato di smettere per colpa di un’aritmia cardiaca. E’ stato fermo, si è allenato da solo, si è rialzato. E oggi brilla col Sassuolo. Questione di forza d’animo.

GIOVANNI SIMEONE (Genoa, ’95)

Un affarone. E il padre non c’entra nulla eh, badate bene, tutta farina del suo sacco. Inserimenti, già 6 gol in Serie A, anche una doppietta alla Juventus che passerà alla storia. Chiamatelo “Cholito”. Calciatore come tutti i suoi fratelli, Gianluca e Giuliano. Talento dell’Argentina e del Genoa di Juric, che l’ha preso a soli 3 milioni. Profumo di plusvalenza. L’avevamo già detto che è stato un affarone?