Sembra Gullit, si chiama Aké: vince col Bournemouth, batte il Liverpool e sogna il Chelsea
Un cuore infinito. E il Bournemouth torna a vincere, rimontando l’impossibile: contro il Liverpool. In una partita pazza e spettacolare. Che mette a dura prova le coronarie di mezza Premier League. Ma non quelle del giovane Aké. Un olandese dalla pelle Blues, capace di spezzare la striscia d’imbattibilità di Klopp. Perché i Reds non perdevano da 15 partite, fino al 93’ di un’ordinaria domenica. Finché un difensore di proprietà del Chelsea ha firmato la rimonta delle Cherries. Dall’1-3 al 4-3, roba da non credere. E anche Conte adesso esulta, da solo, in cima alla Premier. Con Liverpool lontano quattro punti, e con un giocatore da tenere sotto tiro per il futuro: Nathan Aké.
Sembrava tutto così facile per Klopp, almeno sino al 76’ della 14° giornata di Premier. Il Liverpool, in vantaggio per 1-3 sulla squadra di Eddie Howe, si candidava ad essere la vera anti Chelsea. E invece il crollo. Perché velocissime le reti di Fraser e Cook hanno ricucito lo spazio. Con un beffardo pareggio a spezzare le gambe dei Reds. Ma quando il peggio sembrava finito, una nuvola Blues si è abbattuta su Karius. Il portiere non trattiene una conclusione centrale da fuori: sulla respinta arriva un capellone. Assomiglia a Gullit. E come l’ex milanista è olandese. Ma di mestiere fa il difensore, col vizio del gol. Si chiama Aké.
Clone di Ruud, controfigura di Marcelo. Capigliatura conforme al terzino brasiliano, ma non solo: questione di stile in campo. Nathan, classe 1995, ha un ottimo mancino votato alla difesa. E ora il Chelsea sorride per l’investimento del 2011, quando lo strappò alle giovanili del Feyenord. Aké, al tempo, aveva solo 15 anni, ma aveva già vinto molto. Da capitano, con la sua nazionale: campione d’Europa con l’Olanda, prima nel 2011, poi nel 2012, categoria Under 17. I Blues l’hanno coccolato. E lo hanno fatto esordire nel dicembre 2012, in Premier, contro il Norwich. Ma i vari Azpilicueta e Cole gli hanno sempre chiuso lo spazio.
Benitez prima, Mourinho poi: due immensi maestri per un bambino, ma 5 presenze totali non bastano per crescere. E allora via con i prestiti, erasmus inglese: al Reading, in Championship, poi di nuovo in Premier. Con il Watford, squadra con cui l’anno scorso ha trovato il suo primo gol: proprio contro il Liverpool. Il presente, invece, è rossonero. Ora quella chioma arriva in ogni dove del campo. Spesso la si ammira al centro della difesa, come nelle ultime uscite del Bournemouth. E ogni tanto si spinge anche all’attacco, per segnare. Come due settimane con lo Stoke City: una partita sontuosa, strepitoso in tutte e due le aree. Gambe rapide, esperto nei recuperi ‘last second’. Con buona pace di un Liverpool ballerino e per la felicità di un imbattibile Chelsea. Aspettando Conte…
Edoardo Colombo