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Dal calcio a Sanremo, Seltsam: “La Lazio è la mia vita. Mihajlović punto di riferimento”

Seltsam (Credits Photo: 6ix studio) e una vecchia foto di Seltsam in compagnia di Mihajlović
Seltsam (Credits Photo: 6ix studio) e una vecchia foto di Seltsam in compagnia di Mihajlović

Il cantautore romano a Gianlucadimarzio.com: “Anni fa dissi a Immobile di andare alla Lazio, sono contento mi abbia ascoltato (ride, ndr). Sogno una sciarpata biancoceleste ai miei prossimi concerti”

Ricordate il Leicester di Claudio Ranieri? Quello che nel 2016, in maniera totalmente inattesa, vinse la sua prima e storica Premier League superando big come Manchester City e Chelsea. “Mi sento un po’ come ‘Le Foxes’… devo solo capire in quale stagione collocarmi”, dice Lorenzo Giovanniello, in arte Seltsam, ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Il giovane cantautore romano, che nei giorni scorsi si è esibito sul palco di Sanremo Giovani dove ha raggiunto anche la finale, nasce con una passione: il calcio. “Quando sono in campo mi sento libero. La musica è un lavoro, questo sport no”.

Lorenzo nasce a Roma nel 2001. Gioca a calcio fino a 18 anni, poi si concentra sulla musica. Uno stop temporaneo, il ritorno in campo a 22 anni e l’addio (almeno per il momento). “Mi infortunavo una volta ogni due o tre settimane… anche durante il riscaldamento! Non capivo il motivo, ero attento a dieta e allenamenti”, racconta. Giocava a centrocampo e nella sua tesi scrive: “Al calcio, a quel rettangolo verde che in 20 anni mi ha insegnato di più che in tutte le scuole e l’università”.

Cresciuto nel settore giovanile della Lazio, Seltsam ha vestito – tra le altre – anche la maglia della Pro Roma. “La mattina mi svegliavo con un solo pensiero: correre al campo dopo la scuola. Tornavo a casa alle 18 e studiavo Latino o Greco fino alle 3 del mattino”, ricorda. È arrivato anche a condividere lo spogliatoio con ragazzi della Primavera della Lazio.

Oggi, nonostante gli impegni musicali, partecipa sempre al Torneo del Circeo. “Ci gioco da quando avevo sette anni. Solo nell’estate del 2025 l’ho vinto per la prima volta. Sono il capitano e ho la Coppa a casa. Non vivo bene le finali: avevo la stessa ansia che provavo sul palco di Sanremo Giovani“, aggiunge ridendo.

Seltsam, la Lazio e non solo: “Sogno una sciarpata al mio concerto”

Seltsam è cresciuto con la Lazio nel cuore. “Prima dei concerti ascolto ‘So’ già du’ ore’, serve per caricarmi”. Il suo brano ‘Mille Risse’, pur non nato per la squadra biancoceleste, è risuonato più volte allo stadio Olimpico. “Lui nasce per una ragazza. La domanda era: cosa farei per lei? Poi il focus si è spostato sulla Lazio e io ho risposto ‘boh, su due piedi direi Mille Risse’. Quando la misero allo stadio mi commossi. Papà, mia sorella e io in Tribuna Tevere, sempre insieme. Questa squadra rappresenta tutto per me. Mamma? Lei è romanista ma ovviamente porto rispetto anche per i tifosi giallorossi”. 

Seltsam ha un sogno che va ben oltre la musica: Diventare presidente della ‘Lazio mia’. A 70 anni magari non canterò più, ma sosterrò sempre questi colori. Sogno una sciarpata biancoceleste ai miei prossimi concerti”. Tra i ricordi più vivi ci sono il gol di Milinkovic-Savic in Lazio-Inter 2-1 del 2020 e la rete di Ivan Provedel contro l’Atletico Madrid in Champions League.

Sul secondo, in particolare, Seltsam racconta un aneddoto: “Prima che Luis Alberto battesse l’angolo – ricorda – dissi a papà e mia sorella: ora segna il portiere… al gol mi guardarono increduli. Ma io lo sapevo: quella era ‘la notte del laziale’”. Quella stessa qualità che in pochi possono vantare di possedere. E il compianto Siniša Mihajlović rientra nella categoria: “Conservo ancora gelosamente una foto che ci scattammo diversi anni fa. Al solo pensiero mi commuovo. Per me ‘Sini’, ancor prima che calciatore, è stata una persona straordinaria; autentica. Un punto di riferimento. Un uomo dal quale poter imparare, tanto”. 

Oggi la Lazio è guidata da Maurizio Sarri. “Lui è il numero uno. Lotito? Dal punto di vista imprenditoriale non ho nulla da dire. Ma io sono solo un tifoso. E come tale mi limito a prendere la sciarpa, la maglietta e a sostenere i ragazzi”. Seltsam ha 24 anni. Cresce guardando i gol e gli assist di Ciro Immobile. E pensare che nel trasferimento dell’attaccante alla Lazio c’è stato il suo zampino… (o almeno, così a noi piace credere). “Era il 2009 e lui giocava nella Juventus. Mio papà lo vide al Torneo di Viareggio e mi disse che sarebbe diventato un attaccante fortissimo. Passarono gli anni e, qualche tempo dopo, mi ritrovai al suo fianco prima dell’ingresso in campo di Torino-Lazio: io ero uno dei bambini che accompagnava i giocatori e, in quell’occasione, gli dissi: ‘Ciro, tu verrai alla Lazio’. E così è stato. Ci rimasi male quando andò via…”.

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Ciro Immobile sotto la Curva Nord dello stadio Olimpico prima di Lazio-Bologna del 7/12/2025

Tra videogiochi e obiettivi futuri: “Questo sono io”

La sua passione per il calcio non si limita al campo: anche nei videogiochi manageriali, infatti, Lorenzo vive la Lazio con intensità. Isaksen l’ho scoperto io diversi anni fa quando giocava al Midtjylland (ride, ndr). Lo stesso discorso vale per Camavinga e Martinelli della Fiorentina che per me diventerà un fenomeno. Ho preso anche ‘Seba’ Esposito, ora devo comprare Pio ma costa troppo” dice con un sorriso.

Nonostante il successo e l’esposizione pubblica, Seltsam tiene profondamente alle sue radici familiari. “Voglio rendere orgogliosi i miei genitori. Quando avrò 40 o 50 anni vorrò smettere e fare il discografico, aiutare i ragazzi che hanno il mio stesso sogno. Magari continuo solo con i concerti ma a quell’età vorrò aiutare i ragazzi più piccoli. Chi me lo farà fare? Me stesso“. Oggi Seltsam è un giovane artista con i piedi ben piantati a terra, tra palco e campo da calcio, tra note e gol. La sua storia è fatta di sogni, sacrifici e passione autentica: per la musica, per la Lazio e per la famiglia che lo accompagna in ogni passo.