Segna come Simeone, lotta e corre per Astori e…l’Europa: Fiorentina, questo Veretout è uno spettacolo
“Mi piacciono le sfide – aveva detto nel giorno della sua presentazione – mi aspetto una grande avventura”. Parole e musica di… Jordan Veretout. A scaldare una Firenze già martoriata dalle infernali temperature di agosto. A consolarla dopo le tante partenze, che hanno colpito soprattutto il centrocampo. Via Vecino. Via, soprattutto, Borja Valero. Il secondo Sindaco della città, l’idolo per cui i tifosi si sono riuniti anche sotto la finestra di casa sua. Hanno provato di tutto per cercare di trattenerlo, ma poi ad abbracciarlo è stato Spalletti. Al suo posto è arrivato questo ragazzo francese. A sorpresa, perché sarebbe dovuto restare un altro anno in patria. Al Saint Etienne, dove era arrivato in prestito dall’Aston Villa. Non l’hanno presa bene da quelle parti: “Anche perché avevo praticamente dato la mia parola – ammetterà poi – ma quando la Fiorentina ha bussato alla porta ho capito fosse la soluzione migliore”. Venticinque anni compiuti a marzo, ma già tante partite da professionista. Più di 200 le presenze fra i pro prima di sbarcare a Firenze e un interesse del Milan di Inzaghi mai concretizzatosi. Un Mondiale Under 20 nel 2013 in bacheca, insieme a Pogba, Zouma, Umtiti, Lemina, Digne e Kondogbia. Zidane come idolo, uno che i piazzati li sa tirare eccome. Un po’ come lui, insomma. Blasfemia? Guardare i suoi numeri per credere. Otto i gol in campionato, dieci in stagione considerando i due in Coppa Italia. Di questi sei su calci piazzato (quattro rigori e due punizioni). Ha fatto male anche alla Lazio da fermo, ieri sera. Prima con una bellissima punizione sotto il set dopo l’espulsione di Murgia e poi con il rigore per il fallo di Felipe Luiz su Biraghi. Ci vuole freddezza, ci vuole carattere. Come Xavi e Iniesta, i suoi modelli. Anche se in molti lo paragonano a Nainggolan. Centimetri, muscoli e tecnica. Gol e assist. Prima tripletta in Italia per lui, anche se poi non è valsa a niente. Si è portato a casa il pallone, ma non il risultato. Esattamente come Icardi un anno fa: 22 aprile 2016, Fiorentina-Inter finisce 5-4. Icardi batte Tatarusanu per l’ultima volta al 92′ ma è inutile. Piccola consolazione, dunque. Per uno che, giocando qualche metro decisamente più indietro, ha segnato quanto Simeone in questa stagione. Con un sogno, la convocazione della sua Francia per il Mondiale in Russia. Un traguardo importante, da dedicare magari anche a Davide Astori. Il suo Capitano, quello che prima di ogni partita caricava il gruppo. Doveva farlo anche prima di Udine, ma poi sappiamo tutti come è finita: “Jordan, ormai sei migliorato con l’Italiano. Domani parli tu” Gli disse prima di salutarlo, come lo stesso centrocampista francese ha raccontato qualche settimana fa in un’intervista all’Equipe. Una battuta, quanto basta per far sì che Jordan abbia il sorriso di Davide come ultimo ricordo. Gli ha anche dedicato il gol di Torino, ha fatto lo stesso anche con i tre di ieri sera. Spera, insieme ai suoi compagni, di dedicargli anche l’Europa. Dovrà rialzarsi la Fiorentina, dovrà riprendere la sua pazza corsa. Come quella di Veretout, che non ha intenzione di fermarsi. E il suo cartellino, pagato sette milioni in estate, intanto vale molto di più…