Chelsea, Sarri: “Premier di un altro pianeta, qui c’è il top. Futuro? Non in Italia”
L’allenatore del Chelsea Maurizio Sarri analizza la finale di Europa League conquistata e si sofferma sul momento della sua squadra
In 5 anni è passato dalla promozione in Serie A con l'Empoli alla finale di Europa League conquistata con il suo Chelsea. E' la favola di Maurizio Sarri, che superato l'Eintracht Francoforte lo scorso giovedì, si giocherà a Baku l'ultimo atto della competizione contro l'Arsenal. L'allenatore dei Blues ha raccontato le sue emozioni al Corriere dello Sport: "Siamo stati bravi, in questo percorso che ora ci porta alla prova decisiva. E a chi mi chiede pagelle, onestamente faccio fatica a rispondere: perché io con i voti, sin dai tempi della scuola, non ho avuto un buon rapporto".
Testa sulle spalle e idee chiare. Sarri non si è mai accontentato: "Se qualcuno, prima che andassi a Empoli, mi avesse detto: sai, nel 2019 ti andrai a giocare l'Europa League, io mi sarei un po' incazzato. Perché, conoscendomi, a quel tempo mi sarei augurato di vincere la Champions". L'Inghilterra come trampolino di lancio: "Ho trovato un pianeta diverso. Qui c'è il top, in tutti i sensi. Come organizzazione, strutture, atmosfera negli stadi, partecipazione. Non si disdegna nulla, anche le coppe hanno un valore prepotente. Mi piacerebbe avere più tempo per allenare la linea difensiva". Quattro finaliste di Premier fra Champions ed Europa, ma per Sarri manca qualcuno: "Mi riferisco a Guardiola, che per me allena la squadra più bella di tutte".
La semifinale con l'Eintracht è stata un ostacolo arduo da superare. Non sono bastati i 180 minuti fra andata e ritorno, anche supplementari e rigori: "Non ho voluto vedere gli ultimi due. Non so ancora cosa sia la felicità. Semmai dovessimo riuscire a farcela potrei assaporarla e dunque mi confesserei. Questo successo mi ha comunque lasciato dentro sensazioni forti". Sentimenti ed emozioni, come quelli importanti vissuti a Napoli: "Erano possenti, perché diverse per tanti motivi. E sono rimaste, era un coinvolgimento essenziale".
Una stagione importante per Sarri, al suo primo anno alla guida del Chelsea: "Qui ci sono giocatori individualmente forti, che però portano la palla e non è facile intervenire sulla loro mentalità. Abbiamo attraversato momenti difficili, ma dopo esser stati sconfitti in finale di Coppa di Lega ai rigori, e dopo aver battuto Tottenham e Liverpool, siamo riusciti a qualificarci per la Champions. Adesso si va al derby con l'Arsenal". E il futuro? Sarri ha una sicurezza: "Non credo di poter ritornare in Italia. Ora, in questo momento, posso dire che non torno"